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Incendio a Melito: bruciano tubi, fumo nero sulla città, aria irrespirabile

Un incendio di tubi di plastica ha sprigionato un’enorme colonna di fumo nero nei cieli di Melito, nell’area nord di Napoli. L’aria è diventata in breve tempo irrespirabile, residenti barricati in casa. Sul posto polizia municipale e vigili del fuoco impegnati a domare le fiamme. L’incendio su via Sandro Pertini.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La colonna di fumo nero sprigionata dall'incendio, che ha reso in poco tempo l'aria irrespirabile a Melito di Napoli.
La colonna di fumo nero sprigionata dall'incendio, che ha reso in poco tempo l'aria irrespirabile a Melito di Napoli.

Un incendio ha sprigionato un'enorme colonna di fumo nero che ha coperto in poco tempo il cielo di Melito di Napoli, nell'hinterland partenopeo. Il rogo è avvenuto nei pressi di via Sandro Pertini, dove si trova l'istituto scolastico "Sibilla Aleramo": stando alle prime ricostruzioni, ad andare in fiamme sarebbero stati alcuni tubi di plastica presenti all'interno della scuola media di Melito, utilizzata temporaneamente come deposito del materiale per i lavori di rifacimento del manto stradale.

Ad andare a fuoco, oltre ai tubi di plastica, anche altro materiale utilizzato per i lavori e che si trovavano nel cortile dell'istituto scolastico, chiuso per le vacanze estive. In poco tempo, la colonna di fumo è diventata ben visibile in tutta l'area nord di Napoli, compreso il vicino Asse Mediano, che si trova poco distante da via Sandro Pertini, nonché dai quartieri e comuni limitrofi che si trovano alle porte di Napoli. L'aria è diventata subito irrespirabile, ed i residenti hanno iniziato a chiudere porte e finestre per evitare che il forte odore causato dalla combustione dei tubi di plastica entrasse anche nelle loro case, dove si sono praticamente barricati. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco impegnati a domare l'incendio, anche la polizia municipale di Melito di Napoli, chiamata ora ad investigare sulle cause dell'incendio che si teme possa essere di origine dolosa.

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