1.898 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La caldera dei Campi Flegrei è molto più estesa: la scoperta dopo 7 anni di studi sul radon

Il supervulcano dei Campi Flegrei è più esteso di quanto si ritenesse: la scoperta dopo uno studio di sette anni sul radon emesso dalle zone limitrofe. Questi i risultati dello studio dei ricercatori del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, assieme ai colleghi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e quelli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
A cura di Redazione Napoli
1.898 CONDIVISIONI
La caldera dei Campi Flegrei.
La caldera dei Campi Flegrei

Sette anni di studi sul radon emesso dai Campi Flegrei ed una scoperta: la caldera del "supervulcano" dell'area nord di Napoli è molto più estesa di quanto si pensasse. Questo il risultato a cui sono arrivati i ricercatori del Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, assieme ai colleghi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e quelli dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Un dato che permetterà ora di studiare con maggiore precisione quanto accade nell'area flegrea: gli studi sono durati dal 2011 al 2017, ma i risultati sono stati pubblicati solo da poco. Partendo dal radon emesso in due diversi siti delle caldera dei Campi Flegrei, è emerso dunque che l'area in cui avvengono ormai dal 2004 i vari fenomeni di sollevamento del suolo e sismicità (ma anche di cambiamenti nella composizione dei fluidi fumarolici e un aumento generale dell'emissione di fluidi vulcanico-idrotermali) è molto più estesa di quanto si ritenesse.

Lo studio ha riguardato soprattutto le emissioni di radon, che negli ultimi è particolarmente utile per tracciare i fenomeni naturali come le attività sismiche e vulcaniche. Le due stazioni di rilevamento sono state installate ai Campi Flegrei in due siti collocati da 1 a 4 chilometro dalle zone della Solfatara e di Pisciarelli, la zona cioè dove i fenomeni sono più evidenti. Dati che poi sono stati confrontati con gli indicatori delle attività idrotermali della caldera, e che hanno permesso di "valutare che l'area interessata dagli attuali fenomeni è più estesa dell'area in cui si verifica la sismicità e dove sono ubicate le principali manifestazioni dell'attività idrotermale, a Pisciarelli e Solfatara", come spiegato da Flora Giudicepietro, vulcanologa dell'INGV e coautrice dello studio.

"Questi risultati", ha invece aggiunto Carlo Sabbarese fisico dell’Università della Campania associato all'INFN, e primo autore della ricerca, "rappresentano una novità assoluta nello studio della caldera Flegrea e segnano un significativo passo in avanti nell'uso e nell'interpretazione del segnale del radon indicando come lunghe serie temporali, opportunamente filtrate dagli effetti dei parametri ambientali, costituiscono un ottimo strumento aggiuntivo nel monitoraggio dell'attività vulcanica”.

Immagine
1.898 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views