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Quando Massimo Troisi con una sola battuta zittì i razzisti anti-Napoli

Festeggiando il primo scudetto del Napoli, quello del 10 maggio 1987, Massimo Troisi, intervistato da Gianni Minà, diede una risposta ironica e fulminante sugli striscioni razzisti che allora ancor più liberamente circolavano negli stadi italiani, prendendo di mira i calciatori e i tifosi azzurri.
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Correva l'anno 1987, quello del primo scudetto del Napoli, celebrato il 10 maggio come un evento straordinario, con una festa in piazza Plebiscito. Alla festa partecipò, a modo suo, anche Massimo Troisi. L'attore e regista partenopeo non salì sul palco, preferì farsi intervistare e sfoderare un pezzo incredibile di ironia e teatro, ancor oggi ricordato da tutti, mandato in onda dalla Rai che trasmise i festeggiamenti azzurri (lo trovate su Raiplay).

Minà raccontò poi che non c'era che un canovaccio: «Massimo mi disse: ‘Gianni, faccio io…'». Tra le domande scherzose poste all'attore ce n'era una più seria, quella sugli striscioni a sfondo razzista che allora entravano liberamente allo stadio. «Sono comparsi striscioni con la scritta ‘Siete i campioni del Nord Africa’, l’Unità d’Italia non è mai avvenuta» lo interroga il giornalista. E Troisi con una solita smorfia di ironia spiegò che sono cose che chi vince deve lasciarsi scivolare addosso. Poi, la stoccata: «Preferisco essere un campione del Nord Africa piuttosto che mettermi a fare striscioni da Sud Africa», riferendosi a quella parte del Continente dove c'era all'epoca ancora l'apartheid, ovvero la politica di segregazione razziale istituita dai bianchi. Un modo sottile ma chiarissimo per dare del razzista a chi si presentava con quegli slogan in campo.

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