Obey a Napoli: da domani lo street artist di Obama in mostra al Pan
Shepard Fairey, in arte Obey, uno dei più celebrati street artist americani sbarca a Napoli con una personale dagli echi pop che mette in mostra quasi un centinaio tra le opere più incisive dell'artista statunitense. La mostra sarà inaugurata domani, 6 dicembre, al Palazzo delle Arti di Napoli e rimarrà aperta fino al 28 febbraio 2015. Autore tra i più influenti della scena contemporanea, Shepard Fairey, è noto anche per aver realizzato l’immagine stilizzata in quadricromia di Barack Obama sovrapposta ai termini Hope (speranza), Change (cambiamento), Progress (progresso) e divenuta simbolo della campagna elettorale del futuro presidente degli Stati Uniti d’America nel 2008. Un ritratto, definito dal critico d’arte del New Yorker, Peter Schjeldahl, “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam” che ha fatto del del giovane presidente un'icona pop contemporanea, così come fu per Marilyn Monroe, Mao o Liz Taylor, fotografati da Wharol negli anni Sessanta.
L’esposizione, curata da Massimo Sgroi, organizzata da Password Onlus, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, col patrocinio del Consolato degli Stati Uniti d’America a Napoli, con il supporto di Jaguar Land Rover e la collaborazione di Tudor, di Giglio Arte e dell’Associazione Spirale d’Idee, presenta per la prima volta in uno spazio museale italiano 90 opere, che raccontano l’evoluzione stilistica di Shepard Fairey, come la serie realizzata per la città di Venezia, Obama Manifest Hope, la monumentale tela, finora mai esposta, a cui si affiancano lavori provenienti da collezioni private.
L'assessore Daniele: "Orgogliosi di ospitare la rassegna di Obey"
Napoli – afferma Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – si conferma, ancora una volta con questa mostra, oltre che come luogo privilegiato di produzione artistica, anche come un grande attrattore a livello internazionale e sono particolarmente fiero che il Palazzo della Arti della nostra città, punto di riferimento cittadino dell'arte contemporanea, abbia ritrovato in questi mesi un ruolo di primissimo piano”. La rassegna induce lo spettatore a riflettere su tematiche sociali sempre come la guerra, la repressione, la propaganda, il razzismo, la difesa dell’ambiente, ma anche sul rapporto con la musica e le icone del nostro secolo. Il fine per Obey è di stimolare il fruitore a giungere a una propria interpretazione e riflettere sul senso di ciò che vede: “È un dialogo costante con l’osservatore; ciò che faccio è inviare uno stimolo e rispondere con un nuovo stimolo in base alla reazione ricevuta”.