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Pino Daniele al Festival di Sanremo: mai in gara, solo da ospite e da autore

Il Festival di Sanremo 2019 ha tributato a Pino Daniele il premio alla carriera, ricordando il grande ruolo del cantautore napoletano prematuramente scomparso, nella musica italiana. Tuttavia molti non sanno che “Pinotto” fu sia ospite d’onore nella città dei fiori ma anche autore di una bella canzone per Loredana Bertè. Nonché della musica di una delle più belle canzoni di Claudio Baglioni: “Io dal mare”
A cura di Redazione Napoli
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Nel 2019 il Festival della canzone italiana di Sanremo ha tributato il Premio alla Carriera a Pino Daniele. Un premio postumo, visto che il cantautore napoletano è prematuramente scomparso nel gennaio 2015. Seppur mai in gara, "Pinotto", come tutti i grandi cantautori italiani ha comunque lasciato una impronta nel Festival della Canzone italiana. Nel 2009 particolarmente toccante ed intensa la sua partecipazione da ospite d'onore, insieme ad altri grandi della musica italiana. In quella occasione il Teatro Ariston di Sanremo, dopo la presentazione di Paolo Bonolis, fu palcoscenico per due splendide interpretazioni di Napul'è e Quando. Su Raiplay è visionabile la bellissima serata.

Tuttavia Pino Daniele è stato anche autore per un testo in gara a Sanremo. Si tratta di "Questa città" di Loredana Bertè. E lo stesso bluesman partenopeo è stato grande amico di Claudio Baglioni. Prese parte da autore allo splendido doppio-album "Oltre" e scrisse per il cantautore romano la musica della meravigliosa "Io dal mare", curandone anche il coro con assolo finale con la chitarra.

Io dal mare

Saranno stati scogli di carbone dolce
dentro il ferro liquefatto
di una luna che squaglio’ un suo quarto
come un brivido mulatto
o un bianco volar via di cuori pescatori
acqua secca di un bel cielo astratto
chissa’ se c’erano satelliti o comete
in un’alba senza rughe
larghe nuvole di muffa e olio
appaiate come acciughe
o una vertigine di spiccioli di pesci
nella luce nera di lattughe
ed io
dal mare venni e amare mi stremo’
perche’ infiammare il mare non si puo’
aveva forse nervi e fruste di uragani
scure anime profonde
tra le vertebre di vetro e schiuma
urla di leoni le onde
o tende di merletto chiuse su farine
corpi caldi di sirene bionde
forse era morto senza vento nei polmoni
graffio di cemento bruno
barche stelle insonni a ramazzare
nelle stanze di Nettuno
o turbini di sabbia tra le dune calve
sulle orme perse da qualcuno
ed io
dal mare ho il sangue e amaro rimarro’
perche’ calmare il mare non si puo’
i miei si amarono laggiu’
in un agosto e un altro sole si annego’
lingue di fuoco e uve fragole
quando il giorno cammina ancora
sulle tegole
del cielo e sembra non sedersi mai.
E innanzi al mare ad ansimare sto
perche’ domare il mare non si puo’ ‘
e come pietra anneriro’
a consumare a catramare
a tracimare a fiumare
a schiumare a chiamare
quel mare che fu madre e che non so…

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