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Quando Ennio Morricone confessò: “La musica napoletana? In alcuni casi fui odiato”

Il compositore premio Oscar, morto a 91 anni, rivelò tempo fa agli studenti dell’Università di Salerno di essere stato molto criticato per alcuni suoi arrangiamenti di musiche napoletane.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La scomparsa del compositore e musicista Ennio Morricone, ha lasciato un grave segno sul mondo della musica italiana ed internazionale. Molti anni or sono, l'autore delle indimenticabili melodie di tanti film fu ospite dell'Università degli Studi di Salerno, dove rispondendo alle domande di alcuni studenti, rivelò anche il suo modo innovativo di arrangiare alcune storiche canzoni napoletane, che gli costarono non poche critiche. "Sono state odiate dagli stessi napoletani", spiegò Morricone, "perché erano su un piano del tutto diverso:

All'epoca, osai molto negli arrangiamenti delle canzoni napoletane, perché i dischi che andavano bene erano i 45 giri, mentre le canzoni napoletane andavano sui 33 giri, che all'epoca erano una produzione riservata per l'élite, cioè per gente abbiente e che poteva spendere per la musica. Fare arrangiamenti per la musica leggera credo comunque sia servito per portare nella musica in assoluto un contributo valido. Forse nel cinema non si può più avere un certo tipo di contatto con la gente, e forse per questo non posso dare di più al cinema perché andrei a percorrere strade in cui il cinema invece non può andare. Ma nonostante questo, ci provo ancora.

Era la fine del 2005, e nonostante le tante candidature all'Oscar ricevute, non aveva ancora alzato la statuina: ci riuscì sono nel 2007, con quella onoraria, prima di ottenere il Premio Oscar per la migliore colonna sonora nel 2016, grazie alle musiche realizzate per il film "The Hateful Eight" di Quentin Tarantino: per questo film ottenne anche un Golden Globe ed un BAFTA (British Academy of Film and Television Arts).

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