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Terzigno, incendio nel negozio per imporre il racket, arrestati marito e moglie

Due coniugi di Terzigno (Napoli) sono stati arrestati dai carabinieri per tentata estorsione: hanno minacciato un imprenditore con una tanica di liquido infiammabile e hanno bruciato gli scaffali del suo negozio per costringerlo a pagare loro 10mila euro. Bloccati in flagranza, sono ai domiciliari in attesa del processo.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Due coniugi, marito di 36 anni pregiudicato e moglie di 34 incensurata, sono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Boscoreale per tentata estorsione ai danni di un imprenditore di Terzigno, comune in provincia di Napoli: si sono presentati nel negozio, hanno appiccato il fuoco e hanno minacciato la vittima dicendo che, se non avesse dato loro 10mila euro, avrebbero bruciato tutto. Arrestati in flagranza, i due sono ai domiciliari; non risultano inquadrati in clan o gruppi criminali, ma proseguono le indagini dei militari per verificare eventuali collegamenti con la malavita organizzata e se i due avessero altri complici per le richieste estorsive.

I carabinieri sono arrivati nel negozio quando i coniugi erano ancora sul posto. Erano stati avvisati pochi minuti prima dalla vittima, che aveva ricevuto la visita dei due estorsori. Marito e moglie erano arrivati con una tanica di benzina e avevano subito messo le cose in chiaro: per proseguire a lavorare senza intoppi, c'erano da pagare 10mila euro. Il prezzo della tranquillità, per evitare che potessero succedere degli incidenti. E, per essere ancora più incisivi, avevano mostrato il contenitore pieno di liquido infiammabile e avevano minacciato di appiccare le fiamme all'attività commerciale.

L'imprenditore si era rifiutato di consegnare il denaro ed era subito scattata la rappresaglia. Mentre la 34enne intimidiva il commerciante con insulti e minacce, il marito aveva preso la tanica, l'aveva svuotata cospargendo alcuni scaffali di liquido infiammabile e aveva appiccato il fuoco. I due sono stati arrestati in flagranza e sono stati sottoposti ai domiciliari in attesa di giudizio.

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