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Appalti sui rifiuti, 20 arresti a Caserta: in manette anche il presidente della Provincia

Venti persone sono accusate di corruzione e appalti truccati nel settore dei rifiuti in diversi comuni del Casertano. In manette anche Angelo Di Costanzo, presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Alvignano.
A cura di En.Ta.
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Angelo Di Costanzo, presidente della ex Provincia di Caserta
Angelo Di Costanzo, presidente della ex Provincia di Caserta

In manette finiscono funzionari, imprenditori e amministratori pubblici della provincia di Caserta. Sono accusati di corruzione e appalti truccati nel settore dei rifiuti in diversi comuni della zona del Matese. Oggi gli uomini della Guardia di Finanza di Caserta, coordinati dal generale Giuseppe Verrocchi, e i carabinieri, diretti dal colonnello Giancarlo Scafuri, hanno eseguito venti ordinane di custodia cautelare emesse dal gip di Santa Maria Capua Vetere. Sette persone sono finite agli arresti domiciliari, tredici in carcere. Coinvolto Angelo Di Costanzo, presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Alvignano (centrodestra), l'assessore all'ambiente di Alvignano, Luigi Simone Giannetti, il comandante dei vigili dello stesso paese, il sindaco di Piedimonte Matese, l'ex sindaco di Casagiove Elpidio Russo ed anche il presidente del Consorzio di bonifica Sannio-Alifana, Andrea Cappella.

Secondo quanto ricostruito nell'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore capo Maria Antonietta Troncone, gli indagati avrebbero dato e ricevuto denaro "e una serie di altre utilità" in cambio di appalti nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Secondo gli inquirenti si trattava di "un vero e proprio sistema criminale finalizzato all’assegnazione illecita di appalti milionari in diversi comuni del Casertano". L'indagine è cominciata oltre un anno e mezzo fa. Gli investigatori sostengono di aver tracciato uno scenario un'associazione a delinquere che aveva come obiettivo condizionare gli affidamenti degli appalti per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, corrompere pubblici ufficiali e truffare gli enti.

Tra i destinatari delle misure cautelari, oltre il presidente del Consorzio di Bonifica Sarno-Alifano, Cappella, anche l'imprenditore casertano Luigi Imperadore, titolare della Termotetti. Dalle indagini è emerso che Cappella, per i suoi spostamenti, utilizzata una Volvo di proprietà dell'azienda di Imperadore con tanto di marchio "Termotetti" in evidenza sulla carrozzeria. Ai domiciliari anche Francesco Iavazzi, titolare dell'azienda Impresud. Complessivamente gli indagati sono 35, ma le misure cautelari riguardano venti persone.

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