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Arzano, operai sul tetto della Sinter con cappio al collo

La protesta dei lavoratori contro il sequestro dello stabilimento della provincia di Napoli.
A cura di An. Mar.
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Alta tensione stamattina allo stabilimento della Nuova Sinter di Arzano (Napoli), il cui provvedimento di sequestro doveva essere eseguito oggi dagli ufficiali della curatela fallimentare, trovatisi invece di fronte alla drammatica protesta degli ex lavoratori della fabbrica del Napoletano, dichiarata fallita dal tribunale lo scorso luglio.

Ad attendere l'arrivo degli ufficiali giudiziari erano infatti i dipendenti della Sinter di Arzano, che hanno inscenato la loro protesta occupando i tetti della struttura che ospita l'azienda azienda produttrice di pezzi di ricambio per motori di auto e manifestando con un cappio al collo. Scene drammatiche che testimoniano la rabbia degli operai rimasti senza lavoro. All'arrivo degli esecutori de provvedimento di sequestro che avevano il compito di apporre i sigilli ai reparti e all'attrezzatura della fabbrica, gli ex lavoratori, in assemblea permanente dal 6 ottobre scorso con l'occupazione dei tetti, hanno prima tentato di sbarrare l'accesso laterale all'edificio per impedire l'ingresso delle auto con a bordo i delegati, poi hanno urlato slogan e invettive quando i due ufficiali della curatela sono entrati in fabbrica.

Per stemperare la tensione e scongiurare proprio la possibilità che gli operai impedissero l'apposizione dei sigilli alla fabbrica di Arzano, la direzione aveva esortato alcune mogli degli operai coinvolti nell'occupazione di distogliere i propri mariti dal portare avanti oltre la drammatica protesta. "Ci mandano per strada senza un euro e pretendono la nostra collaborazione. Sono venuti dal Nord – si sfoga uno dei sindacalisti coinvolti nel caso – per sfruttare il nostro know how e soprattutto i contributi previsti per questa area depressa. Finiti quelli ci hanno abbandonato. Chiediamo l'intervento immediato della politica a partire da quella regionale per recuperare un gioiello che fino a qualche anno fa veniva portato ad esempio. Oggi ci svendono e nessuno alza un dito per difendere noi e i nostri figli".

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