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La Tangentopoli di Benevento: sonde chirurgiche nelle buste degli appalti

Sono finiti nei guai dipendenti comunali e imprenditori di Benevento, con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta. Secondo l’inchiesta che ha portato a 10 arresti in cambio del 7% del valore dell’appalto versato dagli imprenditori, dirigenti e dipendenti comunali fornivano informazioni sul contenuto delle buste di gara degli appalti prima dell’apertura. Uno degli indagati scoperto a nascondere i fondi neri nel materasso.
A cura di Valerio Renzi
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Un sistema per determinare e riuscire ad accaparrassi gli appalti del comune di Benevento. Al centro del presunto sistema di corruzione Angelo Mancini, dirigente comunale al vertice della burocrazia amministrativa. Assieme con Mancini nei guai altre nove persone, imprenditori e funzionari comunali, posto agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta. L'indagine, portata avanti dai carabinieri sotto le indicazioni del Procuratore Giovanni Conzo e del sostituto Nicoletta Giammarino, ha messo sotto la lente d'ingrandimento una serie di appalti realizzati con i fondi del progetto "Più Europa". Tra gli appalti nel mirino degli inquirenti quello per la realizzazione del Terminal dei bus extraurbani, il rifacimento di alcune piazze a San Vito e al rione Libertà, interventi sul Ponte di Santa Maria degli Angeli e la costruzione di un ponte in via Torre della Catena.

Una sonda chirurgica per leggere il contenuto delle buste con le offerte

Per scoprire il contenuto delle buste prima della loro apertura, venendo così a conoscenza delle offerte dei concorrenti, i funzionari comunali usavano un "laparoscopio", una micro telecamera usata in chirurgia per indagini interne. Da quanto emerso gli imprenditori dovevano versare una tangente del 7% del valore dell'appalto. Una microcamera introdotta attraverso un impercettibile foro tramite una cannula sottilissima gli consentiva di leggere le offerte presentate. Al momento dell'apertura delle buste, nessuno si è mai accorto della manomissione. Per tutti i dieci indagati (9 ai domiciliari, il funzionario comunale e alcuni imprenditori, un imprenditore con un obbligo di firma) le accuse sono di corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio.

I fondi neri? Nascosti nel materasso

Aveva nascosto i soldi nel materasso, pensando di mettere in salvo i fondi neri. Così uno degli imprenditori arrestati stamattina dai carabinieri del comando provinciale di Benevento per una serie di appalti truccati dovrà spiegare anche la provenienza di 250mila euro trovati nella sua abitazione e soprattutto la loro destinazione. Nel corso delle perquisizioni scattate in casa dei 9 costruttori e del dirigente comunale raggiunti dalla misura cautelare del gip sono stati sequestrati anche beni per oltre un milione di euro.

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