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Capodimonte, il centro per migranti è fuorilegge: “Va chiuso immediatamente”

Secondo blitz in pochi giorni nel centro migranti di Capodimonte mostrato dalle telecamere di Fanpage.it, la struttura non è a norma e non sono stati svolti i lavori di adeguamento prescritti dall’Asl. “Quel posto va chiuso” dicono gli esponenti di Dema del Comune di Napoli annunciando l’invio di un dossier al Prefetto di Napoli per l’immediata chiusura del centro. Il Movimento 5 Stelle annuncia interrogazione al Ministro Minniti.
A cura di Antonio Musella
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Le telecamere di Fanpage.it al centro di accoglienza per stranieri di Capodimonte a Napoli c'erano entrate già nel dicembre scorso, quando dopo le segnalazioni degli attivisti dell'ex Opg "Je so pazz" sulle condizioni igienico sanitarie della struttura, mostrarono l'inferno in cui vivevano oltre 70 migranti. Nell'ultima settimana due differenti blitz promossi del Comune di Napoli e della III Municipalità hanno certificato la necessaria chiusura immediata della struttura gestita dalla cooperativa San Martino. Fili scoperti, bagni non a norma, tettoie in amianto, scale pericolanti, condizioni igienico sanitarie terribili e un sovraffollamento della struttura erano stati scoperti durante il blitz di Asl, Polizia Municipale e commissariato di polizia di Stella San Carlo lo scorso 7 giugno. Le prescrizioni disposte dall'Asl prevedevano un tempo di adeguamento di 24 ore, ma il giorno dopo i vigili diretti dal capitano Massimo Giobbe con l'Assessore alle politiche sociali della Municipalità Laura Marmorale e la consigliera comunale Eleonora De Majo hanno trovato la stessa identica situazione. Ora starà alla Prefettura di Napoli, che ha competenze sulla struttura, procedere alla chiusura del centro e trasferire i migranti in luoghi più dignitosi.

Due casi di scabbia e sovraffollamento: l'inferno di Salita Capodimonte

La struttura gestita dalla cooperativa San Martino ha una capienza massima disposta dalla Asl di 72 persone, ma al momento delle due ispezioni è stata riscontata la presenza di almeno 83 persone, due delle quali affette da scabbia in fase avanzata. "Queste persone non hanno mai visto un medico" hanno spiegato i mediatori culturali e gli attivisti dell'ex Opg "Je so Pazz" durante il blitz ripreso dalle telecamere di Fanpage.it. Nei bagni c'erano cavi elettrici scoperti, le due tettoie dei balconi sono in amianto ed anche in pessimo stato come rilevato dai medici dell'Asl Napoli 1, inoltre la scala di accesso all'ultimo piano è in condizioni pericolose. Ma quello che appare disarmante nella struttura è la presenza ovunque di muffe e infiltrazioni d'acqua, nelle stanze, nei saloni ma soprattutto nei bagni dove sui muri sono cresciute esponenzialmente muffe di vario tipo. I migranti vivono in stanze troppo piccole dove sono ammassati insieme ai loro effetti personali, all'interno delle due palazzine al civico 71 e 72 nella stretta via Salita Capodimonte che collega il Rione Sanità con la "Porta Grande" del bosco di Capodimonte. Per la gestione della struttura la Cooperativa San Martino riceve all'incirca una cifra intorno ai 34 euro al giorno per ospite, pari a circa 85 mila euro al mese, una cifra ragguardevole considerando le condizioni in cui versano gli ospiti della struttura.  "Il CAS di Capodimonte va immediatamente chiuso per gravi carenze strutturali e igienico sanitarie – sottolineano Marmorale e De Majo all'agenzia DIRE – oggi stesso manderemo una lunga nota alla Prefettura di Napoli con i verbali di tutto quello che e' stato riscontrato nelle due ispezioni con tanto di documentazione allegata, la Prefettura di Napoli deve immediatamente chiudere il centro perché e' fuori legge". Quelli promossi dall'amministrazione comunale sono stati gli unici controlli disposti sul centro di Capodimonte, mentre chi doveva controllare il rispetto delle regole, ovvero la Prefettura di Napoli, non ha mai battuto un colpo. "Napoli e' città dell'accoglienza e non possiamo permettere che esistano luoghi come questo – ha spiegato la consigliera comunale Eleonora de Majo – attivisti, istituzioni e mediatori culturali insieme stanno costruendo un modello di controllo del sistema dell'accoglienza per i migranti nella nostra citta', questo e' solo l'inizio". Sul tavolo del Prefetto Carmela Pagano arriverà il dossier dettagliato che chiede la chiusura, a norma di legge, della struttura. "Napoli e' città dell'accoglienza e non possiamo permettere che esistano luoghi come questo – ha spiegato la consigliera comunale Eleonora de Majo – attivisti, istituzioni e mediatori culturali insieme stanno costruendo un modello di controllo del sistema dell'accoglienza per i migranti nella nostra città, questo e' solo l'inizio".

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Tutto nelle mani del Prefetto, M5S : "Minniti risponda in maniera rapida"

"La Prefettura deve agire subito e' una situazione non più tollerabile e ora ci sono gli atti ufficiali per disporne la chiusura – precisa l'assessore Laura Marmorale – scriverò anche alla commissione parlamentare d'inchiesta per informare i deputati di quanto abbiamo riscontrato, non permetteremo piu' che questo scempio continui". Il dossier dunque con i verbali della ASL e della Polizia Municipale finirà anche alla Commissione parlamentare d'inchiesta che si occupa dei centri d'accoglienza. Tra i commissari anche la deputata del Movimento 5 Stelle Vega Colonnese: " Quello che ho visto grazie alle immagini di Fanpage.it è situazione disumana questo non è un sistema di accoglienza pensabile – ha detto la deputata – si vede la mancanza assoluta di professionalità, condizioni igieniche pessime e totale incapacità della Prefettura di trovare una soluzione a questi casi che da straordinari rischiano di diventare l'ordinarietà dell'accoglienza in Italia". La Colonnese, che si occupò anche della chiusura del centro di accoglienza per migranti "Di Francia" a Giugliano, annuncia una nuova interrogazione al Ministro dell'Interno Marco Minniti: " Prepareremo una interrogazione parlamentare specifica sul Cas di Capodimonte rispetto alla quale ci aspettiamo una risposta celere del Ministro Minniti ma anche un intervento urgente del presidente della commissione d'inchiesta Federico Gelli".

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