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Colpo di scena al Teatro Stabile di Napoli: è decaduto il cda

La guerra tra Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione rischia di portare alla fine prematura dell’associazione gestisce tre gloriosi teatri partenopei.
A cura di Redazione Napoli
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Il glorioso Teatro Stabile di Napoli è senza una guida. Lo certifica, in una comunicazione, formale ma dura come un macigno, il presidente del collegio dei revisori dell’ente culturale partenopeo, il commercialista Giuseppe Signoriello. I soci, istituzioni pubbliche e private di grosso peso, sono colpevoli di non aver nominato, nei termini di legge, il nuovo consiglio di amministrazione. Per questo motivo, dallo scorso 14 febbraio l’associazione Teatro Stabile di Napoli è senza vertice e “tutti gli atti posti in essere” dopo questa data “sono viziati da nullità.”

Non è tutto: Signoriello ha convocato l’assemblea dei soci il prossimo 27 febbraio con un solo punto all’ordine del giorno: il rinnovo dei componenti il consiglio di amministrazione e del collegio dei revisori. “Nella deprecabile ipotesi – tuona – in cui non si arrivasse alla nomina dei nuovi organi, mi vedrò costretto ad investire, in via d’urgenza il Presidente del Tribunale di Napoli per i provvedimenti del caso.” Vale a dire, per lo scioglimento d’imperio dell’associazione che riunisce, tra mille difficoltà, enti del calibro di Regione Campania, Comune e Città Metropolitana di Napoli. 

È arrivato al culmine, così, lo scontro tra Vincenzo De Luca e Luigi De Magistris, sulla gestione del glorioso Stabile di Napoli, che riunisce teatri prestigiosi come il Mercadante, il Ridotto ed il San Ferdinando, creatura di Eduardo De Filippo. Fin dal suo insediamento, sei anni fa, De Magistris tira calci perché vorrebbe avere il controllo assoluto dei teatri napoletani. Da quando è anche sindaco metropolitano, può decidere sia per conto del Comune che della ex provincia. Ha sempre trovato, però, resistenze nella Regione: prima con Caldoro e poi che De Luca, che si sono sempre rifiutati di dargli sponda. Nel tira e molla degli ultimi mesi, la coabitazione tra le diverse istituzioni è diventata sempre più difficile, con gli altri soci, la Fondazione Banco di Napoli, il Comune di Pomigliano d’Arco e l’Istituzione per la promozione della cultura di San Giorgio a Cremano a provare a districarsi dall’uno e dall’altro contendente.

Un’assemblea dei soci era stata convocata per lo scorso 14 febbraio proprio per discutere delle nuove nomine, ma era saltata, senza molte spiegazioni, nelle ore precedenti e non più riconvocata da Ferrara. Questo perché l’accordo sui componenti del nuovo consiglio d'amministrazione è ancora lontano. Negli ultimi giorni è saltata fuori anche l’ipotesi di nominare, quale presidente al posto di Valter Ferrara, un componente uscente del cda indicata direttamente da De Magistris, ma non invisa a De Luca, nella persona dell’ex vicepresidente dell’Anm Pina Amarelli Mengano, ma, al momento, la chiusura del cerchio ancora non c’è. Dovranno fare in fretta a trovarla: il 27 febbraio si avvicina e, in quella data, tutti i nodi dovranno venire al pettine.

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