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Furto delle offerte a San Gennaro, quando la finzione si mescola alla realtà

Il furto delle offerte che i fedeli tributano al Patrono di Napoli ogni anno, in occasione della liquefazione del suo sangue il 19 settembre, ha destato indignazione in tutta la città. Anche se il tesoro del Santo non è stato toccato, è quasi impossibile che l’episodio non faccia tornare alla mente uno dei capolavori di Dino Risi, “Operazione San Gennaro”.
A cura di Valerio Papadia
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Una scena del film di Dino Risi "Operazione San Gennaro"
Una scena del film di Dino Risi "Operazione San Gennaro"

Se c'è qualcuno di intoccabile a Napoli – insieme forse solo a Maradona – questi è San Gennaro, il Patrono della città, a cui anche i non credenti si appellano per ricevere un aiuto ai loro problemi, di qualsiasi natura ed entità essi siano. È ovvio, quindi, che la notizia del furto delle offerte che i fedeli hanno tributato al Santo durante i festeggiamenti per il consueto miracolo della liquefazione del sangue nell'ampolla custodita all'interno del Duomo, abbia suscitato l'indignazione e il risentimento della quasi totalità della popolazione cittadina. Mettendo da parte per un momento il seppur grave fatto di cronaca, l'episodio può aver richiamato alla mente di molti uno dei capolavori di Dino Risi, indimenticato cineasta ed esponente di spicco del neorealismo italiano: "Operazione San Gennaro"; anche se nella realtà, contrariamente a quanto accade nel film, il tesoro dedicato al Santo, custodito nell'omonimo museo adiacente al Duomo, non è stato toccato.

Nel film di Risi, un'improbabile quanto improvvisata banda di tre ladruncoli americani arriva a Napoli per trafugare il tesoro di San Gennaro dal Duomo. Non conoscendo però la città, la banda si rivolge a un esperto del settore, Don Vincenzo (interpretato dal Principe della Risata, Totò) il quale però, trovandosi in carcere, consiglia ai tre di rivolgersi ad Armando "Dudù" Girasole (interpretato da un altro indimenticato attore, Nino Manfredi). La strampalata banda italo-americana riesce così ad unirsi e a trafugare il tesoro che però Dudù ha intenzione di tenere tutto per sé e di usarne una parte per fare del bene alla città. Il ladro viene però fermato all'aeroporto di Capodichino dal Vescovo di Napoli in persona, che lo scorta personalmente al Duomo. Qui, in mezzo alla folla festante per la processione dedicata a San Gennaro, Dudù viene scambiato per l'eroe che ha riportato il tesoro alla sua collocazione originaria.

L'uomo a cui si ispira la vicenda raccontata nel film

Il film di Risi, seppur non attenendosi alla realtà, si ispira alla vicenda e alla figura di Giuseppe Navarra, trasposto cinematograficamente nel personaggio di Dudù Girasole. Navarra, conosciuto a Napoli come "o' rre ‘e Puceriale", il re di Poggioreale, divenne un vero e proprio eroe cittadino nel secondo dopoguerra. Nonostante dei trascorsi poco chiari – pare fosse un guappo arricchitosi con traffici illeciti tra Marsiglia e Napoli – Peppe Navarra è colui che ha riportato il tesoro di San Gennaro nella città partenopea. Il tesoro, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, fu trasferito in Vaticano per proteggerlo dai bombardamenti e da eventuali depredazione. Al termine del conflitto, però, la Santa Sede non era intenzionata a restituire il tesoro alla città. Dopo tentativi di arrivare a un accordo, il re di Poggioreale decise di prendere in mano la situazione, recandosi personalmente a Roma e incaricandosi personalmente del trasporto a Napoli, dopo due autorizzazioni ottenute dall'Arcivescovo Alessio Ascalesi. Il tesoro però fece ritorno a Napoli soltanto dieci mesi dopo, periodo in cui si pensò che Navarra l'avesse tenuto per sé. Il re di Poggioreale fece invece ritorno a Napoli, insieme al tesoro, il 6 gennaio del 1947, acclamato da tutta la città come un eroe.

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