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Gigi D’Alessio: “Il poliziotto arrestato? Era mio fan, mi scortava sempre”

Gigi D’Alessio interviene a poche ore dalla notizia del retroscena emerso dalle indagini della Dda su tre poliziotti del commissariato di Marcianise (Caserta), secondo il quale uno degli agenti avrebbe accompagnato con l’auto di servizio il cantante ad alcuni eventi: “Ho grande rispetto per gli uomini in divisa ma oramai non ci si può fidare neanche dei poliziotti”.
A cura di Angela Marino
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"Il poliziotto arrestato è un mio fan da tempo, da almeno venti anni e tutte le volte che venivo a cantare in zona, si faceva trovare in servizio e mi scortava con la macchina, mi faceva la staffetta". Lo ha detto all'Agi il cantante Gigi D'Alessio sullo scandalo dei tre agenti del commissariato di Marcianise arrestati oggi dagli agenti della Squadra Mobile, uno dei quali lo avrebbe accompagnato con l'auto di servizio ad un evento. "Lo faceva sempre – spiega il cantante – anche con mia moglie, Anna Tatangelo la quale, in occasione di un concerto a Marcianise si è fatto trovare per accompagnarla".

Nel retroscena delle indagini emerge anche un episodio di un concerto del cantante partenopeo a New York, al quale lo stesso agente lo avrebbe accompagnato. "Quando ho fatto un concerto a New York, il 14 febbraio 2011 -racconta D'Alessio- è venuto insieme a mio nipote che suona con me. Mio nipote mi disse ‘vuole venire, posso portarlo? È sempre meglio averlo un poliziotto accanto'. Io dissi di sì. Io ho grande rispetto per gli uomini in divisa ma oramai – conclude il cantante- manco più dei poliziotti uno si può fidare. Non mi ricordo chi pagò quel viaggio". L'agente è accusato insieme ad altri due colleghi di peculato, corruzione e spaccio di droga per il suo coinvolgimento nelle attività illecite di due gruppi camorristici di Marcianise e Caserta.

Gigi D'Alessio: "Non scelgo io chi mi fa la staffetta"

"Capisco che la notorietà è una condizione difficile ma comincio a credere che nel mio caso si tratti di un genere letterario. Non c'è giorno che non debba leggere cose mi riguardano e che mi lasciano basito".continua Gigi D'Alessio. "Quella di oggi è solo l'ultima. Vedere il mio nome associato ad una operazione antimafia mi produce sbalordimento e irritazione assoluta. Nel mio caso – commenta D'Alessio – non viene mai rispettata non dico la privacy, di cui pare non abbia diritto, ma neanche un criterio di opportunità che cade davanti all'esigenza di fare un titolo di giornale. Vengo prelevato dalla polizia o dai carabinieri e talvolta dai vigili urbani ogni qual volta faccio un concerto o partecipo ad un evento per ragioni di ordine pubblico. Non sono io che scelgo chi mi viene a fare la staffetta o quale corpo si occupa dei miei spostamenti, mi attengo a disposizioni che mi vengono date. Poi se un mio fan come del resto succede per altre migliaia decide di prendere un aereo per seguire un mio concerto a New York, cosa certamente non inusuale, e che questo sia un poliziotto o un ingegnere non è certamente una variabile di cui mi occupo anche se questo pare sia sufficiente per vedere il mio nome infilato in una storia di cui ovviante non so nulla". Recentemente il cantante è stato al centro di un altro scandalo legato alla presenza della figlia del boss Domenico Ferrara su palco del suo concerto a Caserta lo scorso 6 settembre.

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