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Incendio nel bene confiscato alla Camorra, ferito un migrante

La palazzina sequestrata all’ex boss del clan D’Alessandro a Castellammare di Stabia è stata teatro di un incendio appiccato da ignoti. Il gesto è da attribuirsi probabilmente ad un tentativo di intimidazione da parte degli esponenti della malavita locale. Nell’incendio è rimasto ferito uno dei 20 migranti migranti che l’edificio, divenuto un centro di accoglienza, ospita.
A cura di Angela Marino
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Un incendio è divampato nei locali del centro di accoglienza per migranti di Castellammare (Napoli) realizzato nella casa dell'ex boss del clan D'Alessandro confiscata alla camorra. Un migrante è rimasto ferito. Dal 2008, anno dell'avvio delle attività, nel centro sono state accolte dalla comunità di Asharam centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo. Attualmente sono ospitati venti ragazzi africani richiedenti asilo. Sull'accaduto indagano i carabinieri, ma sembra già chiara dalla dinamica dell'incendio – appiccato nelle scale del palazzo – la matrice dolosa del rogo, da collegare con tutta probabilità, a una ritorsione da parte della malavita locale, il cui gesto potrebbe voler affermare la supremazia sul territorio. L'Asharam, gestita dall'associazione la Casa della Pace e della Non-violenza, è sede del presidio stabiese di Libera, del locale circolo Legambiente e di una web radio.

"In attesa dei riscontri e dell'operato delle forze dell'ordine – dichiarano in una nota congiunta Enrico Fontana e Rossella Muroni, rispettivamente coordinatore nazionale di Libera e direttore nazionale di Legambiente  –  che potrebbe avere un'ipotesi di origine dolosa considerate le minacce verbali dell'ultimo periodo rivolte ai ragazzi migranti, una cosa deve essere chiara – sottoolineano le associazioni – qualsiasi sia la causa nessuno pensi con le fiamme di ostacolare o fermare la scelta, l'impegno, la determinazione di Legambiente e Libera nell'opera di restituzione alla collettività di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia".

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