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Matrimoni gay a Napoli: Alfano li annulla tutti

A quattro mesi dalla trascrizione del primo matrimonio gay nei registri del Comune di Napoli gli ispettori del Ministero fanno piazza pulita di tutte le trascrizioni. Il motivo? La competenza in materia appartiene al Parlamento e non agli enti locali: le trascrizioni non sono valide. Il sindaco de Magistris: “Non ci arrendiamo, faremo ricorso al Tar”.
A cura di Angela Marino
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Sono ormai prive di validità le trascrizioni dei matrimoni gay registrate dal sindaco Luigi de Magistris negli ultimi mesi, cancellate con un colpo di spugna dagli ispettori del mandati da Alfano in visita agli uffici anagrafe di Palazzo San Giacomo, come previsto e annunciato dalla circolare del ministro ministeriale del 7 ottobre scorso. A riportare la notizia è il quotidiano Il Roma. Immediata la replica del primo cittadino al provvedimento: «Ci hanno messo 7 giorni – commenta il primo cittadino – tra ispezione, atto di censura, invito a ritirare il provvedimento e cancellazione. Ci vuole la solerzia per mandarci gli ispettori per farci annullare la trascrizione dei matrimoni gay così velocemente, ma noi non ci arrendiamo – annuncia – faremo ricorso al Tar». Era il 14 luglio scorso quando, tra non poche polemiche e critiche, il sindaco de Magistris rendeva valido con la trascrizione nei registri comunali di Palazzo San Giacomo, il matrimonio tra Roberto Solone Boccardi e Miguel Antonio Araujo, che si erano sposati nel 2008 in Spagna, dove vivono tutt'ora. A invalidare questa e tutte le altre trascrizioni, sono bastati sono pochi giorni. La circolare di Alfano che vieta le trascrizioni è del 7 ottobre.

Alla base del provvedimento di Alfano c'è una motivazione giuridica: la competenza in materia non è del Comune, ma del Parlamento. Scrive il ministro Alfano nella circolare: «Sono stati posti all'attenzione degli Uffici ministeriali alcuni provvedimenti sindacali che prescrivono agli ufficiali di stato civile di provvedere alla trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso. Tali "direttive", ad ogni evidenza, non sono conformi al quadro normativo vigente. E ciò in quanto la disciplina dell'eventuale equiparazione dei matrimoni omosessuali a quelli celebrati tra persone di sesso diverso e la conseguente trascrizione di tali unioni nei registri dello stato ci vile rientrano nella competenza esclusiva del legislatore nazionale».

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