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Sarno: bimba di 3 anni arriva morta in ospedale

Una bambina di tre anni è arrivata già morta all’ospedale Villa Malta di Sarno attorno alle dieci di ieri sera. Si chiamava Lidia e i medici non hanno potuto fare altro che prenderla dalle braccia del padre e constatarne il decesso. Sarà l’autopsia a chiarire le circostanze della morte.
A cura di Valerio Renzi
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Una bambina di tre anni è arrivata già morta all'ospedale Villa Malta di Sarno attorno alle dieci di ieri sera. Si chiamava Lidia e i medici non hanno potuto fare altro che prenderla dalle braccia del padre e constatarne il decesso. Ma ora è giallo sulle cause della morte. In un primo momento si era diffusa la notizia che la bimba sarebbe morta a causa di violenze, anche sessuali, e percosse. Ma i carabinieri in una nota hanno reso noto che sul corpo non apparirebbero segni esteriori di violenza. Il pm Giuseppe Cacciapuoti della procura di Nocera Inferiore, ha disposto un'autopsia sul corpo della bambina per accertare le cause della morte. Sarà il professor Giovanni Zotti ha eseguire l'esame sabato mattina. Il padre, interrogato a lungo durante tutta la notte dai carabinieri, avrebbe indicato i vicini come i responsabili della morte della figlia.

Secondo Gheorghe Buzatu, romeno di 35 anni, incensurato, la piccola sarebbe deceduta in seguito ad una crisi respiratoria. L'uomo ha riferito agli investigatori che la piccola si era sentita male poco dopo la doccia tanto che ha deciso di portarla in ospedale. La bimba viveva in Italia da cinque mesi. In precedenza era la madre ad avere presso di sé la piccola nella sua casa in Romania (dove era nata). Da un anno la donna aveva avuto un altro figlio con un nuovo compagno. Buzatu, bracciante agricolo da una decina d'anni residente in Italia, invece, aveva tentato una riconciliazione con la ex compagna e madre di sua figlia. Dopo un breve soggiorno in Italia, la donna aveva deciso ad aprile di tornare nel suo Paese natale lasciando la piccola in affido al padre. I carabinieri non sono ancora riusciti a rintracciare la donna per comunicarle la morte della figlia.

Secondo quanto riferito sempre dal padre, la bambina sarebbe rimasta spesso a casa dei vicini, affidata alle loro cure quando il genitore doveva andare a lavorare e non sapeva dove lasciarla. I vicini tuttavia hanno smentito tali dichiarazioni, sostenendo che il padre lasciasse piccola chiusa in casa quando usciva per andare a lavorare. Gli investigatori hanno accertato come la bambina vivesse in un ambiente povero e degradato, in una casa a San Marzano sul Sarno, in condizioni igienico-sanitarie precarie. L'abitazione, composta da due locali attigui, e' condivisa con una coppia di nipoti dell'uomo, trentenni e incensurati, che spesso si occupavano della bimba mentre l'uomo andava a lavorare nei campi. Sono stati ascoltati anche loro ma nulla e' stato verbalizzato in merito ad eventuali violenze ne' da parte dell'uomo, ne' dei suoi stessi parenti.

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