Prese l’epatite dopo una trasfusione: risarcita dopo 30 anni con 300mila euro
È il 1987. Una donna si reca in un noto ospedale di Napoli per subire una trasfusione di sangue ed emoderivati. Sei anni dopo, però, le viene diagnosticata una grave forma di epatite cronica, derivata dal ceppo HCV RNA positiva. Così, la donna si rivolge al Tribunale di Napoli per avere un risarcimento del danno subito da parte del Ministero della Salute, risarcimento di 300mila euro che arriva a distanza di 30 anni.
Il Ministero della Salute, come racconta l'avvocato della donna, Michele Liguori, è stato infatti condannato dal Tribunale di Napoli a risarcire la donna per i problemi causatile dalla trasfusione. "Il Ministero ha contestato la richiesta e ha sostenuto che il virus è stato scoperto soltanto nel 1988 e, quindi, esso nulla poteva fare per evitare il danno" ha dichiarato il legale, che poi prosegue "Il Tribunale di Napoli ha affermato che il Ministero è tenuto ad esercitare un'attività di controllo e di vigilanza in ordine alla pratica terapeutica della trasfusione del sangue e dell'uso degli emoderivati, ed è responsabile per omessa vigilanza del danno conseguente alla trasfusione".