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Rapina violenta in casa Zinzi, svolta nelle indagini: la colf complice dei banditi

Fermata per la rapina e la cruenta aggressione ai danni di Mara Zinzi, figlia dell’ex presidente della Provincia Domenico Zinzi, la colf ritrovata legata e imbavagliata con la donna nell’appartamento a Caserta. Secondo una prima ricostruzione la colf di origini kirghise sarebbe la basista del gruppo che fece irruzione nell’abitazione in via Giotto.
A cura di Angela Marino
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Nella inquietante vicenda della rapina in casa di Maddalena Zinzi, conosciuta come Mara, figlia dell'ex presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, avvenuta venerdì scorso, a Caserta, spunta un nome. La Polizia di Stato di Caserta ha fermato una donna ritenuta dagli investigatori coinvolta nell'aggressione in casa Zinzi. Si tratta della colf di nazionalità kirghisa trovata legata insieme alla donna venerdì scorso e ritenuta vittima della violenza della banda.

I fatti risalgono allo scorso 5 giugno, quando tre banditi si introdussero nell'abitazione della 38enne in via Giotto, nel pieno centro di Caserta. I tre sottoposero la donna a torture e sevizie ustionandola con una piastra e malmenandola sotto gli occhi atterriti della figlioletta di 3 anni. Dopo aver saputo dov'era collocata, i tre si diedero quindi a razziare la cassaforte, dandosi poi alla fuga. La Zinzi, riversa sul pavimento fu quindi soccorsa dal fratello Gianpiero, consigliere regionale neoletteo, che era riuscita ad avvertire al telefono. Il provvedimento di fermo nei confronti della donna è ora al vaglio della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il ruolo della colf sembra evidente da un prima ricostruzione dei fatti sembra essere stato quello della basista. Ancora senza nome, per ora, i tre malviventi. Sull'accaduto indagano gli agenti della polizia di Stato coordinati dal Procuratore Aggiunto D'Amato, ed il sostituto procuratore della Repubblica, Quaranta.

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