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Rapinatori uccisi a Ercolano, il gioielliere indagato per eccesso di difesa

Il gioielliere che ha sparato uccidendo due rapinatori nel corso di un tentata rapina a Ercolano deve rispondere dell’accusa di eccesso di difesa. I due pregiudicati, che gli hanno sottratto la somma di 5mila euro, erano armati di una pistola a salve.
A cura di Angela Marino
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L'accusa per il gioielliere che il 7 ottobre ha sparato uccidendo due rapinatori nel corso di un tentata rapina a Ercolano è quella di "eccesso di difesa". C.S. 68 anni ha fatto fuoco con una Beretta calibro 9×21 legalmente detenuta sui due pregiudicati che lo stavano minacciando. Per i due malviventi, Bruno Petrone, 53 anni, residente a Secondigliano e Luigi Tedeschi, 51 anni, residente alla Sanità, non c'è stato nulla da fare. I due lo avevano seguito in sella al loro scooter Sh 300, dopo averlo visto prelevare allo sportello bancomat di via IV Novembre, nel comune del Napoletano e lo avevano raggiunto all'esterno di un deposito di bibite e detersivi dove gli hanno intimato di consegnargli la somma di 5mila euro, che il 68enne aveva appena prelevato.

L'esatta dinamica dei fatti è ancora in corso di accertamento. Decisiva sarà l'autopsia sui corpi dei due pregiudicati, che avevano utilizzato per minacciare la loro vittima una pistola con colpi a salve. Intanto, il commerciante è è stato interrogato dal pubblico ministero mentre i carabinieri hanno posto sotto sequestro l'arma usata dai rapinatori e la pistola utilizzata dal gioielliere. Sotto sequestro anche la somma contante di 5mila euro che i pregiudicati avevano sottratto all'uomo.

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