Sondaggi non se ne possono pubblicare, ma non ci vuole la zingara (e nemmeno il sondaggista) per capire che la lista Ala di Denis Verdini è un peso per Valeria Valente, la candidata a sindaco del Pd a Napoli. Di che tipo? Un peso da sopportare o un partito ‘di peso'? L'uno e l'altro. Basta analizzare la compagine elettorale ‘ispirata' dal senatore Vincenzo D'Anna, ultimo giapponese nella giungla un tempo popolata dai fedelissimi di Nicola Cosentino, alias Nick ‘o mericano, l'ex sottosegretario di Forza Italia accusato di collusione malavitosa, da tempo immemore in carcere in attesa di giudizio.
D'Anna, oggi tra i senatori che a Palazzo Madama sostengono Matteo Renzi al governo, può prendersi lo sfizio di attaccare il mondo anticamorra ai massimi livelli, ovvero la giornalista e senatrice Pd Rosaria Capacchione e lo scrittore Roberto Saviano, perché a livello elettorale, sa di contare qualcosa. Conta al Senato e lì è indubbio. Conta al Comune perché la lista Ala sarà probabilmente la seconda subito dopo quella del Partito Democratico. Per questo Valeria Valente obtorto collo ha ingoiato vari rospi: dai parenti del boss candidati, all'ultimo affondo contro le scorte di polizia ai due personaggi anticamorra.
Dunque la candidata sindaco abbozza. Ieri sera ha richiamato tutti alla calma, ha implorato che non vi fossero più attacchi del genere. Ma non ha controllo su D'Anna. Il re dei laboratori d'analisi gioca una partita tutta sua e chi ha accettato il suo appoggio lo sapeva perfettamente, come lo sa il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che con il senatore verdiniano è dovuto scendere a patti per garantirsi la vittoria alle Regionali 2015 contro Stefano Caldoro. La domanda è questa: se Valente dovesse diventare sindaco, quale sarebbe la ‘cambiale' che D'Anna passerebbe a incassare?