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“Vi dichiaro moglie e moglie”: il sì di Fabienne e Antonella all’ombra del Vesuvio

Fabienne e Antonella, spose in Svizzera solo poche settimane fa, hanno deciso di ripetere il rito in Italia, a Sorrento, davanti a 170 invitati. A raccontare il sì delle due spose è stata Giuseppina La Delfa, presidente dell’Associazione italiana Famiglie Arcobaleno.
A cura di An. Mar.
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In alta stagione, in costiera, nella bellissima Sorrento, non c'è nulla di più consueto e tradizionale di un ricevimento di nozze. Frotte di parenti e amici che si riuniscono per celebrare un'unione, per sostenere una coppia. C'è chi di sostegno e della condivisione formale, collettiva, dell'unione, ha più bisogno. È il caso della coppia che lo scorso 9 agosto a Sorrento ha voluto festeggiare il proprio matrimonio. Si tratta di Fabienne e Antonella, due donne che si amano e che hanno deciso di ufficializzare la loro unione prima in Svizzera e poi, poche settimane dopo, dinanzi a parenti e amici, in Italia. La cerimonia si è svolta sotto gli occhi di 170 invitati tra amici e parenti, davanti alla splendida cornice del Golfo di Napoli. A dare la notizia del loro matrimonio è stata, sulle pagine dell'Huffington Post, Giuseppina La Delfa, presidente dell'Associazione Italiana Famiglie Arcobaleno.

Un atto di coraggio, sottolinea La Delfa, trasferire la cerimonia avvenuta settimane prima dalla Svizzera di Fabienne al cuore del Sud italiano, dove invece è nata e cresciuta Antonella, originaria di Serino, in provincia di Avellino. Ad applaudire le spose, racconta la loro ospite – anche lei residente a Serino, dove da 25 anni vive con la moglie e i loro due figli – c'erano anziani, bambini e tanti, tantissimi amici. Presenti, anche i parenti svizzeri di Fabienne. Una cerimonia tradizionale e atipica allo stesso tempo, assurta da chi la racconta come modello di accoglienza e rispetto da emulare. Una "lezione" come la definisce Giuseppina La Delfa, per quanti ancora fingono che le unioni omosessuali non esistano e per quanti credono che siano una realtà estranea a un Paese profondamente cattolico come l'Italia dove invece, per la gioia di Antonella e Fabienne, vengono applaudite e celebrate.

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