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8 Marzo, le figlie dei cassintegrati Fiat in una lettera: “Per noi solo false promesse”

“I genitori in cassa integrazione, noi con gli spiccioli contati in tasca, senza futuro”: in occasione dell’8 Marzo, le figlie dei cassintegrati Fiat scrivono una lettera aperta nella quale denunciano la situazione di tante famiglie.
A cura di Gaia Bozza
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Ventidue giovani donne scrivono una lettera pubblica, in occasione dell'8 Marzo, per ricordare che il lavoro che non c'è mortifica e nega i diritti più elementari, con effetti disastrosi su intere famiglie. Accade a Pomigliano e Nola, luoghi dove la Fiat ha i suoi stabilimenti. E dove tiene in cassa integrazione oltre metà degli operai.

A scrivere sono Giusy, Francesca, Simona, Chiara e altre ragazze molto giovani e con tanti sogni, tanta energia ma possibilità limitate: con i loro padri e le loro madri, sono state messe "in cassa integrazione" e in alcuni casi licenziate anche le loro possibilità di aspirare a qualcosa di migliore e diverso da una vita di sacrifici e umiliazioni.  Le ragazze hanno letto la loro lettera, oggi, in occasione di una iniziativa pubblica promossa dal Comitato delle Mogli degli Operai, a Pomigliano d'Arco. Un appuntamento decisamente non celebrativo, e forse per questo riuscito e affollato: a prendere la parola, durante l'assemblea, è proprio Giusy Manna, la figlia dell'operaio licenziato ingiustamente e poi reintegrato in Fiat al reparto – confino di Nola dove da anni gli operai denunciano una vera e propria discriminazione nei confronti dei lavoratori "scomodi". Qui reintegrato, lì messo in cassa integrazione: Fanpage.it ha raccontato la sua assurda situazione in un servizio . Ecco il testo della loro lettera:

Pomigliano d’Arco, marzo 2015
Promesse, sempre le stesse e false promesse. Promesse ripetute da anni, all’infinito, come un ossessivo ritornello. Promesse che vivono solo nelle notizie dei TG e dei giornali ma che sono smentite dalla realtà quotidiana delle nostre famiglie con i genitori in cassa integrazione e noi con gli “spiccioli” contati in tasca che bastano appena per recarci a scuola. Noi che non possiamo più permetterci nemmeno una pizza con gli amici e con un futuro in cui l’unica certezza ci sembra fatta solo di disoccupazione, disoccupazione e ancora tanta… disoccupazione!
Ci sentiamo prese in giro quando ci dicono che il peggio è passato e che bisogna avere fiducia. Ma fiducia in chi?! In quelli che hanno scippato i diritti ai nostri padri lasciandoli nella condizione di non poter portare avanti la famiglia e che vorrebbero toglierli anche a noi figli… a preventivo?
O in quelli che pretendono una giornata lavorativa per 500 euro al mese senza diritti e con la lettera di “benservito” sempre pronta alla prima occasione?
A questo punto una domanda ci viene spontanea: ma dopo aver fatto “tabula rasa” dei posti di lavoro nel nostro Paese è forse con la “trovata” dei quartieri a luci rosse che lorsignori pensano di affrontare il dramma dell’occupazione giovanile ?

Giusy, Francesca, Simona, Chiara, Elena, Michela, Fabiana, Alessandra, Annalisa, Martina, Alessia, Maria, Fabiana, Claudia, Concetta, Viviana, Sabrina, Vanja, Eleonora, Giuseppina,Vincenza, Fabiana

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