I 60 anni sono un traguardo importane nella vita di un uomo: in molti sono soliti organizzare una festa in pompa magna per celebrare questa ricorrenza, che fa un po' da spartiacque tra la vita adulta e la vecchiaia. Oggi, 19 settembre 2019, mentre Napoli aspetta il miracolo di San Gennaro, suo Patrono, Giancarlo Siani avrebbe compiuto 60 anni. Oggi, il 19 settembre del 1985, il giornalista "abusivo" de Il Mattino festeggiò il suo 26esimo compleanno. Quattro giorni dopo, il 23 settembre, venne ucciso sotto casa in piazza Leonardo al Vomero, quartiere collinare di Napoli, con dieci colpi di pistola alla schiena esplosi da sicari del clan Polverino-Nuvoletta, solo perché aveva fatto il suo lavoro di giornalista.
Se, per assurdo, la storia non fosse andata come la conosciamo e, quel 23 settembre del 1985, Giancarlo fosse tornato a casa sano e salvo, se fosse andato a quel concerto di Vasco Rossi, uno dei suoi cantanti preferiti, al quale avrebbe dovuto assistere quella sera con la sua fidanzata dell'epoca, chissà come avrebbe festeggiato oggi Giancarlo i suoi 60 anni. Chissà se i segni della vecchiaia sarebbero evidenti sulla sua massa di capelli neri come il carbone, se alla fine avrebbe raggiunto finalmente lo status di professionista, abbandonando quella definizione di abusivo a lui tanto cara, che verrà utilizzata anche anni dopo da Antonio Franchini per dare il titolo al romanzo a lui dedicato.
Mi piace pensare che sarebbe potuto essere una sorta di mentore, un punto di riferimento, per noi giovani colleghi, fosse anche solo nel vederlo passare per strada, magari ancora a bordo della sua Mehari verde, per darsi di gomito e dire: "Guarda là, ci sta Giancarlo". E invece Siani avrà per sempre 26 anni, per sempre con quella massa di capelli neri in testa, che non conosceranno mai il grigio tipico dell'età avanzata, per sempre con quel sorriso stampato sul volto, simbolo di chi lotta, di chi resiste, con il quale tutti lo ricordiamo.