A che punto è l’inchiesta Bloody Money di Fanpage.it e quali saranno i prossimi video
Domani il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, e il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, si incontreranno. E parleranno di appalti e rifiuti ovvero dell'inchiesta di Fanpage.it che ha scoperchiato un sistema di affari nello smaltimento dei fanghi affidato alla società regionale Sma. Intanto l'inchiesta giornalistica Bloody Money va avanti: le anticipazioni per il quarto video portano fuori Campania, in Veneto.
Dalla procura trapela che tecnici e cinque pm della Direzione distrettuale antimafia e della sezione reati contro la pubblica amministrazione – Sergio Amato, Henry John Woodcock, Celeste Carrano, Ilaria Sasso del Verme e Ivana Fulco – con il coordinamento del procuratore Giovanni Melillo e dell'aggiunto Giuseppe Borrelli sono impegnati nel vaglio delle circa 900 ore di filmato frutto del lavoro giornalistico e tempestivamente consegnato alla magistratura partenopea. Sono al momento oltre dieci le persone iscritte nel registro degli indagati per l'ipotesi di corruzione (in alcuni casi aggravati dall'articolo 7, la finalità mafiosa), escludendo quelli nei cui confronti è stato ipotizzato il reato di associazione mafiosa. L'indagine infatti ha inizio nel 2013 quando la Dda mette nel mirino le attività del clan del quartiere Vomero, capeggiato da Luigi Cimmino (da tempo detenuto) e da Andrea Basile. Una organizzazione intenzionata ad infiltrarsi negli appalti degli ospedali della zona collinare, contando sulla collusione di amministratori per pilotare le gare "a favore di soggetti ed imprenditori amici", come si legge negli atti dell'inchiesta.
L'indagine della procura si è intrecciata con l'inchiesta giornalistica di Fanpage, che ha utilizzato come gancio l'ex camorrista pentito Nunzio Perrella, il boss che negli anni Novanta svelo' gli interessi dei clan sulla gestione dei rifiuti. A seguito della tempesta mediatica e giudiziaria si sono dimessi Roberto De Luca, assessore al bilancio del Comune di Salerno e figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, Lorenzo Di Domenico, consigliere delegato della Sma – società in house della Regione per la tutela dell'ambiente – e Biagio Iacolare, presidente della Sma ed esponente centrista. Tutti si sono detti estranei alle accuse.