“A che ti servono i genitali?”: paziente gay discriminato da un medico all’ospedale Cotugno
Ha dell'incredibile la denuncia che arriva da un ragazzo, che chiameremo Fabio, associato ad Arcigay Napoli. Il giovane, dopo un intervento chirurgico, lunedì scorso è andato all'ospedale Cotugno di Napoli per sottoporsi a una visita di controllo. E' entrato, ma è uscito poco dopo – racconta l'associazione napoletana – con l'impegnativa strappata e umiliato dal chirurgo, che "ironizzava in maniera volgare sulla funzionalità e l'utilità dei suoi organi sessuali". Appena iniziata la visita, a una richiesta di chiarimento sul decorso post-operatorio, il medico gli avrebbe risposto: "Ma tanto a te che servono i genitali?". Fabio, sconcertato, gli avrebbe spiegato che, omosessuale o no, era comunque un uomo e che non doveva "togliersi" nulla.
La discussione sarebbe poi continuata e degenerata quando il ragazzo "ha chiesto al chirurgo quando avrebbe potuto riprendere l'attività sessuale". Il medico avrebbe reagito in maniera stizzita definendo l'omosessualità come una patologia e strappandogli la ricetta per altri accertamenti. "I collaboratori – racconta Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli – hanno cercato di giustificarsi chiedendo a Fabio di tornare dopo quindici giorni perché il dottore era un po' nervoso, intanto però, oltre all'umiliazione ha ricevuto un grosso danno. Abbiamo dovuto contattare un altro medico della stessa struttura che per fortuna lo visiterà e lo tratterà da paziente e non da omosessuale discriminato. La vicenda allarma perché non tutti i ragazzi si rivolgono alle associazioni, c'è chi magari subisce in silenzio. Abbiamo scritto alla direzione sanitaria per ottenere un chiarimento ma non abbiamo ancora ottenuto risposta".
L'associazione aveva incontrato i referenti del Cotugno solo pochi giorni fa, per riprendere con maggiore vigore una collaborazione già attiva da anni per la diagnosi e la cura dell'Hiv e delle altre malattie a trasmissione sessuale, ma "era emerso che molte persone lgbt non ci vanno perché hanno paura di essere discriminate – spiega Sannino – Anche per questo c'è bisogno di incontrarsi urgentemente e iniziare un percorso di formazione agli operatori sanitari. Anche a Napoli c'è un'emergenza tra i giovanissimi sulle malattie a trasmissione sessuale e bisogna incoraggiare il percorso di diagnosi e cura".