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A Napoli anche i morti sono un’emergenza: è caos nei cimiteri della città

I dipendenti comunali non vogliono fare i becchini. E il Comune chiama le ditte esterne per le operazioni cimiteriali. In rivolta gli addetti delle Arciconfraternite private che bloccano le attività nei camposanti. Risultato? Ora i Vigili urbani saranno chiamati a vigilare pure sui becchini e sui morti.
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Un tempo era "Vedi Napoli e poi muori". Ora invece è muori e vedi Napol com'è combinata. L'emergenza, l'ennesima di una città che ha fatto degli stati d'allarme una cronica quotidianità, riguarda i cimiteri cittadini, gestiti dal Comune di Napoli. C'è una vera e propria guerra in corso fra l'Amministrazione comunale di Napoli e i dipendenti delle Arciconfraternite private. Risultato? I morti non vengono più inumati o disseppelliti per la traslazione dei resti mortali nelle cappelle private e nelle nicchie. Metti che Napoli non ma nemmeno un crematorio pubblico per chi ha scelto di non essere seppellito e il risultato è una situazione che si avvicina sempre più a quella della «urgenza per motivi di igiene e sanità pubblica», tanto da costringere il Comune di Napoli a una delibera firmata in fretta e furia per mettere argine a quest'emergenza.

I dipendenti comunali non vogliono fare i becchini. E arrivano i privati

Che a Napoli anche morire sia una dispendiosa e burocratica impresa è un guaio antico ben noto ai partenopei. Quello che sta succedendo in questi mesi, però, è piuttosto particolare. Premessa: il Comune di Napoli non ha più becchini. Proprio così: nessuno vuol fare lo schiattamuorto; i vecchi dipendenti dell'Ente stanno via via andando in pensione e non c'è modo di rimpiazzarli attingendo al personale interno. A Palazzo San Giacomo hanno cercato di proporre ai lavoratori di altri settori di spostarsi ai camposanti. Quanti hanno risposto sì? Nessuno. Zero. Di conseguenza il Comune di Napoli ha avviato una gara per affidare ai privati il servizio. Apriti cielo. Cosa è accaduto poi lo spiega la stessa delibera comunale: «All’indomani della pubblicazione della gara – si legge – le cooperative di seppellitori che venivano ingaggiate per operare nelle ArciConfiaternite e/o nelle cappelle gentilizie in ambito cimiteriale, non dipendenti dal Comune, hanno deciso di astenersi sine die dal lavoro per protesta, costringendo i pochi operatori comunali a doversi far carico di tutte le operazioni mortuarie previste nei cimiteri cittadini».

Cimiteri, la delibera del Comune di Napoli

Sandro Fucito è il battagliero assessore della giunta di Luigi de Magistris che ha messo mano alla vicenda drammatica dei cimiteri. Ora spiega che la protesta dei privati è rientrata, o meglio, sospesa, è che «si è provveduto allo svolgimento, alla presenza delle famiglie dei defunti, di tutte le operazioni previste fino ad oggi tra interri, tumulazioni ed altro». Ma si tratta di una tregua: le Arciconfraternite sono di nuovo pronte a bloccare le attività nei camposanti cittadini. Per questo motivo, Palazzo San Giacomo ha autorizzato con una delibera «senza pubblicazione di bando, nelle more dell’aggiudicazione della citata gara, ad affidamento diretto» il passaggio a ditte esterne e qualificate nelle attività cimiteriali e disposto la sorveglianza della Polizia Municipale. Che ora, dunque, dovrà vigilare sui morti.

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