A Napoli i ragazzini si tuffano in mare salendo anche sui lampioni davanti agli scogli
Tuffi in mare, pericolosissimi, dopo essersi arrampicati sui lampioni davanti alla scogliera: è l'ultima "moda" dei ragazzini napoletani, che dopo la quarantena per il coronavirus e l'estate ormai arrivata a pieno regime, hanno preso d'assalto come sempre il tratto di mare di Mergellina, il più vicino al centro cittadino, oltre che a quello di Posillipo e via via risalendo la costa napoletana.
E nel farlo, non esitano a mettersi in pericolo da soli: in molti, infatti, si arrampicano sui lampioni che costeggiano il braccio che collega Castel dell'Ovo alla terraferma, usandoli come trampolini per tuffarsi in mare, incuranti del pericolo degli scogli sottostanti. Ma non solo: anche la Villa degli Spiriti della famosa "Fenestella a Marechiaro" è diventata preda dei ragazzini, che anche in questo caso incuranti dei rischi che corrono, si arrampicano sui punti più alti di ciò che resta di un ninfeo romano (risalente a più di duemila anni fa) appartenente alla villa di Publio Vedio Pollione, un liberto divenuto cavaliere. E da lì, senza rispetto neppure per la storia, si lanciano in mare, senza considerare i pericoli che questo può comportare anche per loro stessi. Le immagini, diffuse dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, testimoniano il modo del tutto personale dei ragazzini di intendere il divertimento. "Comportamenti pericolosi e scellerati", ha detto Borrelli, "sembra essere diventata una vera e propria sfida alla sorte e alle istituzioni. Bisogna, mettere fine a questa abitudine, intensificando i controlli in queste aree, prima che accada un’inevitabile tragedia". Il riferimento è ad un episodio accaduto pochi giorni fa nella penisola sorrentina, dove un ragazzino ora rischia di perdere l'uso delle gambe proprio per un tuffo dagli scogli.