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A Procida parte il progetto di accoglienza dei richiedenti asilo. Il sindaco: “Qui i porti restano aperti”

Nei giorni scorsi a Procida si è tenuta una festa per celebrare l’attivazione di un progetto di accoglienza per richiedenti asilo. Trentaquattro le persone ospitate sull’isola: i procidani le hanno accolte con lo slogan: “Procida, isola accogliente”. Il sindaco Dino Ambrosino: “Qui i porti restano aperti”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un momento della festa dello scorso 28 giugno (Comune di Procida, via Facebook)
Un momento della festa dello scorso 28 giugno (Comune di Procida, via Facebook)

Procida, isola accogliente. Non è solo uno slogan, ma la realtà. Celebrata con una festa che lo scorso 28 giugno, otto giorni dopo la Giornata mondiale del rifugiato, ha segnato l'attivazione del primo progetto Sprar sull'isola del Golfo di Napoli. È la prima volta che accade in una piccola isola dallo scorso marzo: 34 persone, richiedenti asilo, sono state accolte nella letteraria Isola di Arturo, abbracciate simbolicamente dal grande affetto dagli isolani. La festa per celebrare l'inizio del progetto di accoglienza e integrazione si è tenuta nella cornice dello storico Palazzo D'Avalos, un ex carcere: sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Procida Dino Ambrosino e il direttore della onlus Less (Lotta all’esclusione sociale per lo sviluppo) Giulio Riccio, a cui compete l'attivazione del progetto Sprar.

I procidani intervenuti hanno partecipato prima a un dibattito dal signficativo titolo "Il dovere di restare umani: il diritto d'asilo". Poi hanno potuto curiosare tra gli stand, mettendosi in fila per farsi realizzare le treccine dalle africane, ammirando i batik e gioielli realizzati artigianalmente da donne rifugiate e richiedenti asilo e assaggiando sia il cibo Etnico cucinato da Tobilì, la cooperativa di catering composta da rifugiati e richiedenti asilo, sia i prodotti gastronomici tipici della cultura procidana. "Qui i porti restano aperti – ha detto il sindaco Ambrosino intervistato dall'edizione napoletana del quotidiano "la Repubblica" – e sono molto contento che il nostro coraggio sia stato premiato dalla cittadinanza con l’affetto e l’amicizia verso le famiglie richiedenti asilo accolte a Procida". Dopo la 23enne nigeriana Fahrah, che oggi vive sull'isola con la figlia Ali, sono arrivati a Procida altri 33 richiedenti asilo: accolti dai procidani proprio mentre in Italia si parla di respingimenti. Un fenomeno in controtendenza che giustifica il nome dell'iniziativa: "Procida, isola accogliente".

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