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A Sorrento la fabbrica in cui si falsificano le carte di credito: 2 arresti

Blitz dei carabinieri a Sorrento, nella provincia di Napoli: i militari dell’Arma hanno scoperto un uomo e una donna che, grazie a uno “skimmer” installato su uno sportello bancomat, registravano i pin delle carte e replicavano la matrice. La coppia aveva a disposizione una vera e propria fabbrica nella quale si dedicavano alla clonazione delle carte di credito.
A cura di Valerio Papadia
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Blitz dei carabinieri a Sorrento, nella provincia di Napoli: i militari dell'Arma hanno scoperto una coppia, un uomo e una donna, dediti alla clonazione delle carte di credito. I carabinieri, durante l'attività investigativa, hanno scoperto che la coppia aveva installato uno "skimmer" su uno sportello bancomat della cittadina della provincia partenopea, grazie al quale erano in grado di registrare – con l'ausilio anche di una mircotelecamera – la sequenza numerica del pin ogni volta che un cliente prelevava denaro contante; lo "skimmer", altresì, era in grado di clonare anche il numero di matrice della carta di credito, così da replicarla.

Nel corso dell'attività investigativa, svolta anche con lungi appostamenti, i militari dell'Arma della locale compagnia hanno notato l'uomo e la donna che si avvicinavano al bancomat per recuperare la strumentazione necessaria alla clonazione delle carte di credito. Entrati in azione, i carabinieri hanno arrestato la coppia in flagranza di reato: in una casa vacanze che i due avevano affittato, poi, i militari hanno scoperto una vera e propria base logistica nella quale si dedicavano alla clonazione. Al suo interno, i carabinieri hanno scoperto carte di credito già clonate, finti sportelli bancomat utilizzati per confondere i malcapitati, 1.300 euro in contanti e dispositivi di comunicazione che permettevano ai due malviventi di ottenere in tempo reale i codici pin e le matrici delle carte. Arrestati, dopo le formalità di rito per l'uomo si sono aperte le porte del carcere napoletano di Poggioreale, mentre la donna è stata portata nella casa circondariale femminile di Pozzuoli.

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