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A Teggiano un’ala del cimitero per i bambini mai nati

Ad ottobre sarà inaugurata nel cimitero di Teggiano (Salerno) l’ “Area cimiteriale riservata ai bambini mai nati”, dove verranno seppelliti i feti di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e, su richiesta dei genitori, gli embrioni di presunta età inferiore alle 20 settimane. Il Comune istituirà anche un “registro dei bambini mai nati”.
A cura di Nico Falco
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Nel cimitero di Teggiano, comune in provincia di Salerno, tra pochi mesi ci sarà un'area destinata alla sepoltura degli embrioni e dei feti abortiti. La decisione di creare un'ala per i bimbi mai nati è stata presa dall'amministrazione comunale Comune, guidata dal sindaco Michele Di Candia, su proposta dell'assessore Claudia Colitti, ed è stata presentata durante un incontro pubblico nel complesso monumentale della Santissima Pietà; la zona, che sarà inaugurata ad ottobre, sarà indicata da una targa con su scritto "Area cimiteriale riservata ai bambini mai nati".

"Abbiamo fatto questa scelta – ha spiegato l’assessore comunale Claudia Colitti – per dare una sepoltura dignitosa a questi bambini, il nostro vuole essere un segno di rispetto verso la vita umana e ci auguriamo che la nostra scelta possa essere fatta propria anche da altri comuni". Nella nuova ala del cimitero potranno essere seppelliti i feti di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e, su richiesta dei genitori, il cimitero potrà accogliere anche gli embrioni di presunta età inferiore alle 20 settimane. Parallelamente, il Comune di Teggiano ha disposto l'istituzione di un "registro dei bambini mai nati". Sul cippo verrà sistemata una targa, di materiale inalterabile, con scritta la data dell'interruzione, quella del seppellimento oppure il nome che i genitori avrebbero voluto dare al bambino.

L'ala sarà la prima del suo genere nella provincia di Salerno. Iniziative analoghe sono state già applicate in altri comuni d'Italia, per dare alle famiglie un luogo dove ricordare il figlio dopo l'aborto e per dare una degna sepoltura anche agli embrioni inferiori alle 20 settimane, che secondo legge normalmente vengono smaltiti come rifiuti ospedalieri.

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