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Abusato da un prete a 13 anni, il dolore di don Coppola: “La Chiesa poteva evitarlo, non ha voluto vedere”

Abbiamo intervistato don Patrizio Coppola, sacerdote campano autore di uno studio sulle abitudini sessuali dei sacerdoti sul caso di Diego Esposito, l’uomo che ha denunciato di essere stato molestato a 13 anni dall’allora insegnante di religione.
A cura di Angela Marino
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"La Chiesa non può continuare a nascondere la polvere sotto al tappeto, deve affrontare il problema dei preti pedofili". È la pozione di don Patrizio Coppola, il sacerdote irpino autore di uno studio sulle abitudini sessuali dei preti pubblicato nel libro del giornalista Gian Luigi Nuzzi, ‘Il peccato originale', sulla vicenda di Diego Esposito, vittima di abusi sessuali da un prete. Abbiamo intervistato padre Coppola all'indomani della notizia di nuove indagini vaticane sul caso di Diego Esposito (nome di fantasia), oggi quarantenne in attesa di un processo civile per abusi sessuali subiti quando aveva 13 anni da parte dell'allora insegnante di religione, don Silverio Mura, ex parroco della periferia di Napoli.

"Sono molto vicino a Diego – ha detto a Fanpage.it – ma sono altrettanto convinto che la Chiesa non possa continuare a ignorare il problema delle devianze, soprattutto perché ha tutti gli strumenti per contrastarlo".

Quali sono questi strumenti? 

Durante il periodo che gli aspiranti sacerdoti trascorrono in seminario si vive tutti insieme, a stretto contatto e le devianze si manifestano: è a quel punto che bisogna intervenire.

Intervenire in che modo? 

Osservandoli, monitorandoli e poi, se le parafilie si trasformano in condotte criminali, allontanandoli ed esortandoli a curarsi. Non devono diventare sacerdoti, non possono.

Come è possibile che un caso come quello di Diego Esposito (il quarantenne ha denunciato gli abusi nel 2010 al termine di un processo di psicoterapia che lo ha portato alla consapevolezza dell'abuso, ndr.) non è ancora stato chiarito nonostante siano spuntate altre vittime a confermare i racconti di Diego?

Ne sono molto addolorato, soprattutto perché Diego non è stato mai ascoltato. Non si può chiudere le porte a un uomo che come lui, è psicologicamente segnato dagli abusi e che chiede aiuto. La Chiesa doveva ascoltarlo: è ciò che predica il Vangelo.

"Intanto le condizioni di Diego peggiorano"

È vero, ma sono certo che Francesco I, un pontefice che ha preso da subito una posizione molto netta sui casi di pedofilia, farà tutto quanto è necessario per arrivare alla verità.

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