Abusato da un prete a 13 anni, la Chiesa apre il dialogo con la vittima: “Per la prima volta mi hanno chiesto come sto”
"È la prima volta che mi chiedono come sto, ne sono rimasto colpito e commosso". Così Diego Esposito, il quarantenne di Ponticelli vittima di presunti abusi sessuali da parte di un prete, commenta l'ultima telefonata con la Congregazione della Dottrina della Fede, l'organismo che sta mediando per conto del papa sul delicato caso risalente a circa 30 anni prima. Nel mirino delle accuse di Esposito, c'è don Silverio Mura, ex parroco di Ponticelli ed ex insegnante di religione che, approfittando del suo ruolo di religioso e di educatore, avrebbe abusato sessualmente di Diego per anni.
La denuncia, come spesso avviene in casi simili, è stata presentata oltre vent'anni dopo gli abusi, quando il trauma, prima rimosso, è riaffiorato nella coscienza della vittima cagionando disturbi psicofisici. È allora che Diego ha preso coscienza della propria condizione e ha denunciato il caso prima alla magistratura (che non ha proceduto per avvenuta prescrizione) e poi alla Curia, che oggi ha stabilito un canale di comunicazione con Diego. "Dopo tanti anni mi sento finalmente ascoltato, mi hanno detto che sanno cosa ho passato e che presto sarà papa Francesco a darmi delle risposte. Il Santo Padre si è dimostrato sensibile al mio caso".
Don Silverio Mura, intanto è finito nuovamente nell'occhio del ciclone a causa della sua presenza sotto falso nome nella comunità di Montù Beccaria, in Lombardia, dove nonostante le accuse di cui deve rispondere ricopriva il ruolo di insegnante. Sono state proprio le mamme dei bambini a riconoscere il volto del prete dopo averlo visto in un servizio televisivo e a far scattare la denuncia contro don ‘Saverio Aversano'. Così, il prete si faceva chiamare nella comunità in cui si era trasferito.