NAPOLI – Una scoperta unica nel suo genere, che testimonia come il fenomeno non solo sia più vivo che mai, ma abbia raggiunto un nuovo livello di organizzazione e complessità, quella effettuata dalla Guardia di Finanza ad Acerra: i militari delle Fiamme Gialle hanno infatti scoperto la prima fabbrica abusiva di sigarette di contrabbando nel Napoletano. I finanzieri della compagnia di Nola hanno fatto irruzione in un capannone di 1000 metri quadri adibito a fabbrica clandestina delle sigarette di contrabbando, che poi avrebbero verosimilmente, una volta pronte, invaso le strade di tutta la provincia, se non della regione.
I militari hanno sequestrato 30 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, oltre a tutti i prodotti atti al confezionamento, come filtri e cartine, e costosi macchinari che permettevano di realizzare il prodotto finito. Al momento dell'irruzione, nella fabbrica abusiva di sigarette di contrabbando erano presenti 12 persone, tutte arrestate e condotte nel carcere di Poggioreale e in quello di Santa Maria Capua Vetere. Contestualmente all'operazione, i finanzieri hanno scoperto a Cervino, nella provincia di Caserta, un deposito di stoccaggio per le "bionde di contrabbando".
Fino agli anni Ottanta Napoli era considerata uno dei principali snodi europei del contrabbando delle sigarette, che arrivavano via mare e poi venivano prelevate da potentissimi motoscafi neri che le portavano nelle zone di San Giovanni a Teduccio e Santa Lucia e da lì nei posti del commercio minuto: i mercatini di Forcella, del Rione Sanità, del Pallonetto a Santa Lucia, dell'Arenaccia. Poi negli anni Novanta il contrabbando è andato via via calando perché quelle rotte venivano utilizzate dal narcotraffico. Cambiate le dinamiche, le sigarette – la cui domanda va nuovamente crescendo – sono tornate in auge. Ma le tecnologie sono cambiate e addirittura la malavita si è dotata di mezzi e materie prime per realizzare "in house" i pacchetti.