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Agguato ad Acerra: sequestrata un’ambulanza per soccorrere il cognato del boss

L’equipe medica di un mezzo di soccorso dell’Asl Napoli 2 Nord ha denunciato il sequestro dell’ambulanza da parte dei parenti del pregiudicato Adalberto Ignazio Caruso, cognato del boss Cuono Lombardi, dopo l’agguato ad Acerra lo scorso 19 settembre. Il ferito a bordo è stato scaricato in strada per trasportare Caruso al pronto soccorso.
A cura di Angela Marino
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Un altro omicidio di camorra nel Napoletano, altro sangue che scorre per le strade in un periodo di tensione altissima. A morire per mano dei killer dei clan questa volta è stato, Adalberto Ignazio Caruso, 57 anni, cognato del boss Cuono Lombardi, a sua volta braccio destro del capoclan Mario De Sena e già pregiudicato per estorsione e spaccio di droga. Caruso è stato ucciso la sera del 19 settembre ad Acerra, in piazza San Pietro. Mentre le indagini si incanalano per individuare i responsabili dell'agguato mortale emerge  un retroscena inquietante. Quella notte persone vicine alla vittima sequestrarono un'ambulanza per soccorrere più velocemente Caruso, minacciando l'equipe a bordo e scaricando in strada il paziente che stava trasportando. La denuncia è arrivata dagli operatori dell’Asl Napoli 2 Nord che hanno presentato  un esposto ai carabinieri.

I parenti scaricano il ferito per soccorrere Caruso

Quando, alle 20 e 40 l’ambulanza è passata in piazza San Pietro il corpo di Caruso era ancora a terra. Parenti ed amici lo credevano ancora vivo tanto che per salvarlo hanno fermato il veicolo di soccorso in transito nella zona. A bordo c'era un un 50 enne, rimasto ferito poco prima in un incidente stradale; il mezzo era diretto alla vicina clinica Villa dei Fiori. Il gruppo trascina fuori il ferito (per fortuna in condizioni non gravi) e lo adagia sull'asfalto. Poi carica il corpo del congiunto sulla barella dell’ambulanza, al posto del ferito. Prima di partire, riferiscono i sanitari, salgono a bordo la moglie del 57enne, che si siede nel posto accanto all’autista, e la figlia, seduta dietro, vicino al padre, insieme con l’infermiere. Giunti all'ospedale dove i medici non hanno potuto far altro che riscontrare il decesso di Cuono, i parenti hanno lasciato libero il veicolo che  è così potuto tornare a riprendere il ferito, nel frattempo rimasto in strada in compagnia del medico.

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