“Noi ci proviamo a tenere i ragazzi lontano dalla strada, ma se poi succedono cose del genere, cosa possiamo dire loro? Possiamo invitarli a studiare, ad andare a lavorare, dire loro che migliorerà, che saranno protetti… ma io domani cosa dirò ai miei alunni? Che va tutto bene? C'è un morto a terra, alle 9 meno 10 del mattino”. Davanti ai giornalisti Valeria Pirone, dirigente scolastica, si lascia andare a uno sfogo ricordando tutte le promesse delle Istituzioni puntualmente disattese. Tutte le volte in cui è stato richiesto un presidio fisso e poi non è successo nulla. La donna è la preside del Vittorino da Feltre del Rione Villa di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli: questa mattina, 9 aprile, a pochi passi dalla scuola due killer hanno ucciso un uomo e ferito alle gambe il figlio. L'omicidio davanti al nipote della vittima, che i due stavano accompagnando a scuola. I sicari hanno esploso parecchi proiettili, scatenando il panico tra i bambini e i genitori che a quell'ora si trovavano in strada e a pochi metri.
“Abbiamo chiesto un maggiore presidio, l'abbiamo preteso, in tutti i modi e a tutti gli interlocutori – continua Valeria Pirone – io chiedo l'Esercito. Qualcuno dice che non è militarizzando che si risolve un problema, ma io dico che, se avessimo avuto qui una camionetta dei soldati, così come c'è a via Toledo, non sarebbe successo. L'anno scorso, il 19 aprile, abbiamo fatto una manifestazione. Alle telecamere dicevo che si aspettava il morto per fare qualcosa. Ora è successo. I bambini li abbiamo tranquillizzati, ma gli adulti sono spaventati. Io ho paura. Sono curiosa di sapere cosa mi diranno quelli a cui avevo chiesto sicurezza. Chi è il responsabile di tutto questo?”.