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Agguato di camorra a Ponticelli, l’orrore del passeggino crivellato di colpi

Sul luogo dell’omicidio della 37enne Nunzia D’Amico, reggente del clan omonimo attivo a Ponticelli, gli investigatori hanno trovato un passeggino centrato dai colpi. Nell’agguato, fortunatamente, nessun passante e rimasto ferito. L’uccisione della boss del clan di Napoli Est, potrebbe essere l’inizio di una nuova guerra per la gestione dei traffici illeciti da parte dei clan che gravitano intorno ai D’Amico.
A cura di Angela Marino
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Proprio sul luogo dell‘omicidio di Nunzia D'Amico, reggente del clan omonimo di Ponticelli, in via Flauto Magico, è stato trovato un passeggino attraversato dai colpi. Per uccidere la capoclan, 37 anni, sorella dei boss Antonio e Giuseppe, ne sono stati esplosi sette. Per fortuna nessuno ha colpito il bimbo che presumibilmente è stato preso in braccio dalla madre e messo in salvo negli attimi concitati della sparatoria. La donna, considerata la guida indiscussa della famiglia criminale che, insieme a quella dei De Micco si contende il monopolio delle attività illecite, è morta poco dopo alla vicina clinica Villa Betania del quartiere est. Per lei, non c'erano speranze. I sicari l'hanno centrata al torace senza sbagliare mira. Si è trattato dunque di una esecuzione in piena regola per colpire in maniera diretta il clan, nella persona del suo capo, il boss in gonnella Nunzia D'Amico.

Omicidio D'Amico, l'inizio di una nuova guerra di camorra

Nunzia D’Amico era ascesa alla guida del clan al posto dei fratelli da quando il gruppo criminale era stato decimato da una pioggia di arresti. Lo scorso marzo in manette finivano elementi apicali del clan e nelle mani della 37enne passavano gli affari della cosca: estorsione, spaccio, usura. Non è ancora chiaro se i sicari che hanno trucidato la D'Amico siano appartenenti al gruppo rivale dei De Micco o se si tratti di un'altro sodalizio all'interno della articolata compagine dei clan napoletani, che vede legami anche con i lontani cartelli del centro storico, dove a detenere le redini dei traffici criminali è la cosiddetta "paranza dei bimbi".

L'ultimo omicidio nel quartiere della periferia est risale allo scorso 6 settembre, quando fu assassinato il pregiudicato Antonio Simonetti. Poche ore prima nel centro storico di Napoli, dove si fronteggiano le bande dei Quartieri Spagnoli e quelle di Forcella, perdeva la vita il 17enne Gennaro Cesarano, rimasto ucciso probabilmente per errore in una sparatoria in piazza San Vincenzo, nel rione Sanità.

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