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Al Museo di Capodimonte l’opera di Antonio Canova: un restauro al centro della mostra

In occasione della grande mostra “Canova e l’antico” in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo e Real Bosco di Capodimonte propone un originale “cantiere aperto” del restauro del calco di Letizia Ramolino, opera dello scultore veneto Antonio Canova. Fino al 30 settembre i visitatori potranno seguire da vicino le fasi di realizzazione e conservazione di un’opera d’arte, comprendendo maggiormente le problematiche connesse alla valorizzazione di un patrimonio artistico.
A cura di Titti Pentangelo
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Chi ha deciso che vanno esposte soltanto opere già restaurate? Perché non seguire passo dopo passo le fasi in cui ci si prende cura di un'opera, proteggendola dal tempo e preservandola dall'incuria?  Questa la novità della nuova mostra aperta al pubblico al Museo di Capodimonte di Napoli, "Canova, un restauro in mostra" a cura di Maria Tamajo Contarini e Alessia Zaccaria (dal 6 maggio fino al 30 settembre 2019). Il fascino di Antonio Canova colpisce ancora: in omaggio alla grande esposizione dedicata al rapporto tra il genio veneto e l'antico, in corso al Museo Archeologico Nazionale (Mann), il museo di Capodimonte propone la visita nel percorso museale di un originale "cantiere aperto" di restauro del calco di Letizia Ramolino di Antonio Canova.  L'iniziativa presentata dal direttore Sylvain Bellenger, che ha sottolineato il profondo rapporto tra Canova e Napoli, con la partecipazione del direttore del Mann Paolo Giulierini a testimonianza della sinergia tra i due musei, si inserisce nel ciclo di mostre-focus riunite sotto il nome di "L'Opera si racconta" con cui il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha deciso di dar voce a dipinti, sculture e oggetti d’arte. Si tratta di lavori presentati al pubblico e messi in relazione con altre opere o documenti che ne spiegano il contesto.

In mostra il restauro del calco di Letizia Ramolino

‘Canova, un restauro in mostra' sarà un percorso incentrato sul gesso di Letizia Ramolino Bonaparte, che si trova a Capodimonte dal 1957. Nonostante alcuni danni e interventi precedenti non adeguati, si tratta molto probabilmente della migliore copia esistente del marmo originale, conservato nella collezione di Chatsworth House, nel Devonshire. I restauratori (Marilena Anzani, Alfio Rabbolini e Augusto Giuffredi) lavoreranno sotto gli occhi dei visitatori che potranno intervenire e chiedere informazioni. Un vero e proprio percorso interattivo che renderà i visitatori protagonisti della mostra e non soltanto semplici fruitori. In questo modo potranno seguire da vicino la genesi del calco e le sue caratteristiche, toccando con mano anche le problematiche legate alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio.

Il calco in gesso della scultura in marmo – commissionata direttamente dalla madre dell’Imperatore, presente a Roma dal 31 marzo al 14 novembre del 1804 – fu acquisito nel novembre del 1808 dalla corte di Gioacchino Murat, nominato re di Napoli il 1° agosto 1808, e Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Seduta su una sedia alla greca, Letizia Ramolino Bonaparte, l’anziana madre dell’Imperatore, avvolta nel suo abito riccamente drappeggiato che conferisce alla scultura una sinuosità elegante, rivolge al pubblico, dalla sua posa rilassata, un sorriso d’intesa. Nel corso dell’intervento l'opera dialogherà con le due repliche originali eseguite sotto il diretto controllo di Canova e oggi custodite presso l’Accademia di Carrara e il Museo Canova di Possagno. L’opera del maestro veneto è la terza a essere protagonista del progetto espositivo "L'Opera si racconta", inaugurato nella primavera 2017 con la "Crocifissione" di Antoon Van Dyck, dopo la "Parabola dei ciechi" di Pieter Brueghel il Vecchio e la "Sacra Conversazione" di Konrad Witz.

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