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Al Policlinico Federico II di Napoli cure gratis ai migranti

Apre sabato 26 gennaio, con una sorta di Open Day, all’ospedale Policlinico Federico II di Napoli, l’ambulatorio di Dermatologia che offrirà cure gratuite a chiunque pensi di aver contratto una malattia della pelle o una malattia sessualmente trasmissibile e non può permettersi di recarsi da uno specialista. L’idea è del professore Mario Delfino, direttore del reparto di Dermatologia dell’ospedale partenopeo.
A cura di Valerio Papadia
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NAPOLI – Un ambulatorio che non faccia distinzioni e che possa garantire, a chiunque, le cure di cui ha bisogno anche se non può permettersi di consultare uno specialista. È questa l'idea del professore Mario Delfino, direttore del reparto di Dermatologia dell'ospedale Policlinico Federico II e della professoressa Gabriella Fabbrocini, direttrice della scuola di specializzazione del nosocomio universitario partenopeo. Per raggiungere questo scopo, sabato 26 gennaio, dalle 9.30 alle 12.30, in una sorta di Open Day, sarà inaugurato l'ambulatorio di Dermatologia che offrirà cure gratuite a chi non può permettersela, come i migranti, spesso esclusi anche dal sistema delle cure sanitarie. Dell'equipe medica specializzata in dermatologia etnica che offrirà cure gratuite ai migranti fanno parte i dottori Maurizio Lo Presti e Nicola Di Caprio e le dottoresse Francesca D'Anna e Patrizia Forgione.

"Abbiamo attivato da alcuni mesi alla Federico II un ambulatorio per dermatologia etnica, che favorisce l’accesso a persone di diversa etnia – ha spiegato a Fanpage.it il professore Mario Delfino – . Si tratta di un accesso ordinario. Ci sono varie difficoltà, soprattutto linguistiche, perché questi pazienti hanno storie e culture diverse. e anche un diverso approccio alla medicina. Un sabato al mese facciamo open day dove invitiamo i pazienti ad avere visite gratuite. Poi vengono indirizzati ad ulteriori prestazioni dermatologiche, come tutti i cittadini e i pazienti. Lo dedichiamo ai bambini, ai casi di psoriasi, questa volta abbiamo scelto di dedicarlo ai pazienti di etnia diversa, con visite che tengano conto della diversità culturale, linguistica e diagnostica, la medicina è anche di genere".

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