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Al Sannazaro “Una tragedia reale” di Patroni Griffi: Saponaro porta in scena le sorelle Sansone

Dall’8 al 10 marzo al teatro Sannazaro di Napoli va in scena “Una tragedia reale”, l’ultima opera di Giuseppe Patroni Griffi scritta all’indomani della morte di Lady Diana. L’intera azione si svolge nella camera da letto della Regina a Buckingham Palace, dove i reali britannici parlano un fluente napoletano. Regia di Francesco Saponaro, in scena le sorelle Lara e Ingrid Sansone, con Andrea Renzi e Luciano Saltarelli.
A cura di Redazione Cultura
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Cosa accadrebbe se di colpo la corte inglese iniziasse a esprimersi in un irresistibile napoletano? È quella la domanda linguistica, e quindi drammaturgica, da cui muove "Una tragedia reale", l'ultima opera firmata da Giuseppe Patroni Griffi nel 1999, all'indomani della morte di Lady Diana Spencer in quel di Parigi. Torna dopo vent'anni – un lasso di tempo troppo lungo per qualsiasi pièce di "Peppino" – l'ultima opera di Patroni Griffi, per la regia e le scene di Francesco Saponaro che al Teatro Sannazaro di Napoli unisce in scena, nel ruolo di due sorelle, proprio le sorelle Lara e Ingrid Sansone, nipoti della mitica Luisa Conte, che con Andrea Renzi e Luciano Saltarelli compongono un quartetto che promette scintille sul palco del teatro napoletano da venerdì 8 marzo e fino al 10.

Patroni Griffi scrisse e mise in scena la sua ultima opera teatrale, una “Tragedia reale”, ambientando l’intera azione nella camera da letto della Regina a Buckingham Palace, durante la notte della morte di Lady Diana Spencer. La vicenda del tragico incidente stradale a Parigi della principessa di Galles, subito divenuta leggenda, continua ad aleggiare sulla famiglia reale britannica e resta materia di culto per il cinema e la televisione. Comprendendo sin dall'inizio la portata iconica di quell'evento, Giuseppe Patroni Griffi – amatissimo autore di "Scende giù per Toledo" e "Persone naturali e strafottenti", tra l'altro – compose così la sua ultima opera teatrale, mai più rappresentata da allora e riproposta oggi, dopo 20 anni, da Francesco Saponaro, il quale dice:

A vent'anni esatti dalla sua stesura e dal primo allestimento, insieme a Lara e Ingrid Sansone, Andrea Renzi e Luciano Saltarelli, affrontiamo "Una tragedia reale", bizzarra e imprevedibile scrittura di Peppino Patroni Griffi. Siamo di fronte a un sagace divertissement parodistico, arricchito da un lessico popolare e virulento, che sembra risalire dal repertorio fiabesco del Basile condito da una buona dose di politically incorrect.

La vicenda si ispira alla tragica fine della principessa Diana, mito planetario dell’immaginario pop con derive da rotocalco, e ritrae con gusto dissacrante la reazione convulsa e aspra della Regina che qui si esprime in un napoletano sguaiato e plebeotto. Nel cuore della notte il Palazzo è scosso dalla notizia della terribile disgrazia. Intorno al letto della Regina compaiono Molly, compassionevole dama di compagnia, il principe ereditario, ex marito della defunta, la principessa sorella della regina, ninfomane-alcolizzata e il Primo Ministro che cerca di convincere Sua Maestà a compiacere il popolo afflitto dalla perdita della sua beniamina e concordare il lutto di Stato. Di fronte alle resistenze ostinate e agli strepiti della Regina, non ha altra strada che ricorrere ad alcune battute del Riccardo III di Shakespeare come modello di esemplare cordoglio e consegnare il feretro della principessa-martire allo sguardo costernato dei sudditi e dei mass-media di tutto il mondo.

Saponaro, che ritorna sull'opera di Patroni Griffi dopo l'affondo del 2015 al Teatro Stabile con "In memoria di una signora amica", compone con questo nuova messa in scena il fil rouge del suo lavoro registico sulla drammaturgia partenopea, puntando sulla mescolanza tra una teatro popolare e della tradizione, come il Sannazaro, e la raffinatezza dei suoi precedenti lavori, non a caso dichiara:

Questa nuova immersione nella scrittura di Patroni Griffi, pur nelle distinte sfaccettature, rappresenta una continuità nella traiettoria che da Scarpetta a Eduardo fino a Moscato lega il mio lavoro di questi ultimi anni alla drammaturgia in lingua napoletana.

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