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Al teatro Nuovo torna Carlo Cerciello con Regina Madre: uno scontro psicologico tra madre e figlio

Carlo Cerciello torna al Teatro Nuovo a partire da mercoledì 20 marzo con lo spettacolo “Regina Madre” di Manlio Santanelli, portando in scena la sua lettura dell’opera del 1984 del drammaturgo napoletano che racconta il ritorno a casa di un figlio e del susseguente scontro psicologico con la madre matrona.
A cura di Redazione Cultura
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Regina Madre (ph Salvatore Pastore)
Regina Madre (ph Salvatore Pastore)

Carlo Cerciello torna al Teatro Nuovo a partire da mercoledì 20 marzo con lo spettacolo "Regina Madre" di Manlio Santanelli. Il regista porta in scena la sua lettura dell'opera del 1984 del drammaturgo napoletano che uno come Eugène Ionesco definì "straordinario". Lo spettacolo sarà in scena a partire da mercoledì 20 marzo a partire dalle 21 con repliche fino a domenica 24: Regina Madre è uno dei testi più noti e importanti di Santanelli, proposto nella lettura di Carlo Cerciello, che interviene in parte anche nell’adattamento del testo, mentre gli interpreti sono Fausto Russo Alesi e Imma Villa.

La trama di Regina madre

L'idea di mettere in scena questo spettacolo rientra nel progetto di Elledieffe e di Carlo Cerciello di dare spazio alla drammaturgia contemporanea italiana, come già avvenuto in passato, ad esempio, con "Scannasurice" e "Bordello di mare con città" di Enzo Moscato che hanno avuto un'ottima accoglienza e un buon successo di pubblico e critica. Questa volta il racconto è quello di un ritorno a casa con il cinquantenne Alfredo che torna, appunto, in casa dalla madre Regina intenzionato a rimanere e prendersene cura fino alla fine, ma la fine è lontana per questa donna che nonostante gli acciacchi "appartiene alla categoria delle matriarche indistruttibili" come si legge nella nota dello spettacolo. Insomma, tra i due si scatena una forte tensione che si manifesta con ricatti e ritorsioni, menzogne e affabulazioni che portano a uno scontro che è soprattutto psicologico.

Le parole di Carlo Cerciello

Bugie, esercizio del potere e incapacità di crescere in questo testo che il regista spiega così: "In Regina Madre si ha subito l’impressione che il personaggio della Madre sia in realtà lo specchio, o meglio, la proiezione della sofferenza che attanaglia il Figlio, condizionandone profondamente l’esistenza; Santanelli, accomuna al medesimo destino fallimentare Alfredo e la sorella Lisa, assente nell’opera, ma continuamente citata. Questo gioco al massacro, dunque, infantilmente agito e subìto, mi ha suggerito di mettere in scena il testo, dando concretezza al rituale onirico e psicologico di due fratelli alle prese con il fantasma della Madre”. L’allestimento si avvale delle scene a cura di Roberto Crea, le musiche di Paolo Coletta, i costumi di Daniela Ciancio, le luci di Cesare Accetta.

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