Alba, Akim e Huang, tre favole vere di bimbi disabili e delle loro famiglie
Raccontare la storia di tre diverse disabilità, attraverso gli occhi di un bambino. C'è Alba, bimba con la sindrome di down che vive con la sua famiglia composta dal gatto Giorgio e dal suo papà Luca. C'è Akin, un bimbo che scopre quanto una sedia a rotelle possa diventare una "motocicletta che sfreccia, un rifugio di libertà". E Huang, un bimbo che il destino avrebbe voluto in disparte, perché nato senza cervello e senza, secondo la scienza, la possibilità di sentire e comunicare con gli. altri. E che invece canta. Sono loro i protagonisti di "Vi stupiremo con difetti speciali", un progetto nato dalle mani di Patrizia Rinaldi e Francesca Assirelli, insieme a Luca Trapanese, papà di Alba ed edito da Giunti.
«Nel libro si legge la nostra storia, di quando io sono andato a prenderla, della nostra vita quotidiana, della nostra voglia di stare insieme, di fare famiglia, del nostro gatto che fa parte della nostra famiglia. Di Giorgio e soprattutto si legge che io e Alba siamo una famiglia come le altre». Luca, da single, ha deciso di adottare Alba, che aveva dovuto aspettare che molte famiglie rinunciassero, per incontrare il suo papà, che da sempre si occupa di disabilità. Non è un caso che i ricavati di questo libro vadano alla "Casa di Matteo", un luogo che si occupa di bimbi disabili abbandonati. «Questo è un progetto realizzato grazie al contributo dell'associazione Aves e all'opera editoriale di Akab Progetto Cultura. Credo che questo sia un regalo bellissimo che Patrizia Rinaldi ha fatto ad Alba e a me, perché far diventare una favola la nostra storia, sicuramente aiuterà Alba a capirla meglio», spiega Luca.
A raccontare queste tre favole è la penna di Patrizia Rinaldi, scrittrice per ragazzi, che ha donato voce ad Alba, Akin e Huang. «I difetti sono speciali, sono i difetti che ci caratterizzano. C'era questa necessità di tutti di raccontare del bene. Di raccontare ai bambini che il bene si può imparare. Spero che questo storie portino i bambini italiani, ma anche di altri Paesi a conoscere la diversità e a capire che è una risorsa».