Alfano: “Ci vuole l’esercito a Napoli per far star zitte le pistole”. Presto nuove truppe
Tre omicidi in poco più di 26 ore a Napoli, una scia di sangue che prendeva il via proprio quando il ministro degli Interni Angelino Alfano arrivava in città per presiedere il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. Dopo la faida scoppiata nel centro storico, si continua a sparare e morire, killer e vittime quasi sempre giovanissimi, poco più che maggiorenni. Oggi Alfano è tornato a parlare della situazione nel capoluogo campano ai microfoni di Sky Tg24, durante il programma "L'intervista", ribadendo la necessità di inviare l'esercito in città.
"Io ho deciso che adesso a Napoli ci vuole l'esercito – ha spiegato il ministro – perché dobbiamo fare stare zitte le pistole". Oltre ai militari impegnati nell'operazione ‘Strade Sicure', ora "si tratta di fare una norma per mandare più soldati non da far girare con le camionette, perché non vogliamo militarizzare la città, ma per presidiare i luoghi fissi e liberare così forze ordine da mandare in giro".
Dopo la morte di Giuseppe Calise (24 anni), freddato giovedì notte nel rione Don Guanella, quella di Pasquale Zito (21 anni), assassinato a Bagnoli poche ore dopo, e quella di Francesco Esposito (31 anni), crivellato di proiettili a Marigliano nella notte tra venerdì e sabato, la risposta del Governo è schierare nuove truppe in città in modo da liberare risorse delle forze dell'ordine da poter impiegare nel controllo del territorio e nelle attività investigative.
Non è semplice leggere quello che si muove negli equilibri tra clan, dove sulle strade si combatte per l'egemonia su spaccio e racket anche in poche centinaia di metri o in qualche vicolo. Quel che è certo è che gli arsenali accumulati durante le guerre di camorra e ora rimasti sul terreno, centinaia di armi nelle disponibilità delle nuove leve, spesso disposte a tutto per la loro affermazione, continuano a farsi sentire.