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Rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: 50 detenuti occupano un reparto, 8 agenti feriti

Circa 50 detenuti hanno preso il controllo del reparto Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. La rivolta è scoppiata dopo la denuncia di  condizioni e trattamenti “inumani” da parte dei carcerati. Negli scontri feriti 8 agenti. Sul posto il vice capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap) Roberto Tartaglia e al provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Antonio Fullone. In corso una “trattativa”. La rivolta è rientrata attorno alle 15,30.
A cura di Valerio Papadia
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Sono circa 50 i detenuti che hanno preso in mano il reparto Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. La rivolta è scoppiata dopo la denuncia di  condizioni e trattamenti "inumani" da parte dei carcerati che chiedono la chiusura del regime del 14 bis e della videosorveglianza. Negli scontri, secondo quanto affermato dai sindacati della polizia penitenziaria, sarebbero rimasti feriti 8 agenti. Sul posto sono arrivate le forze dell'ordine e i sanitari del 118, insieme al vice capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap) Roberto Tartaglia e al provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Antonio Fullone, che stanno cercando di capire la situazione. All'esterno dell'istituto di pena sono arrivate le forze dell'ordine, tra cui la Polizia di Stato ed al momento è in corso una “trattativa”, secondo fonti sindacali. La rivolta dei detenuti è rientrata attorno alle 15,30 di oggi, sabato 13 giugno 2020. 

All'interno del reparto coinvolto dalle tensioni, sono presenti detenuti in regime disciplinare e soggetti al regime di sorveglianza particolare previsto dal 14 bis. Detenuti cosiddetti "problematici", extracomunitari ed altri soggetti che in passato si sono resi protagonisti di episodi di intemperanza. Alcuni detenuti proverrebbero dal carcere di Foggia e sarebbero stati trasferiti dopo i tumulti dello scorso marzo. Si tratta dello stesso reparto nel quale si trovano i due detenuti autori dell'aggressione la scorsa notte ai danni di sei agenti. Uno dei due detenuti si sarebbe reso protagonista di un'altra aggressione questa mattina sempre nei confronti di un agente della polizia penitenziaria.  Questa notte, invece, si sono registrare altre violenze, dal momento che sei agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti da due detenuti, come hanno reso noto fonti sindacali, nonché il leader della Lega Matteo Salvini, che ha divulgato la notizia sul suo profilo Twitter.

Aperta la trattativa con i detenuti ribelli

Al momento è in corso una “trattativa” con i detenuti in rivolta. A renderlo noto è il segretario regionale del Si.N.A.P.Pe Pasquale Gallo. Insieme con l'amministratore delle carceri campane Antonio Fullone, il vice capo del Dap Roberto Tartaglia, c'è anche il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Milita. Al momento, secondo quanto si apprende, sono otto gli agenti rimasti feriti. Il reparto Danubio detenuti resisi protagonisti di intemperanze ma anche i carcerati provenienti dagli istituti di pena dove nei mesi scorsi, durante lockdown, ci furono rivolte e proteste. I detenuti del carcere casertano che hanno denunciato i poliziotti per i presunti pestaggi dello scorso 6 aprile, inoltre, per motivi precauzionali sono stati messi in isolamento, allo scopo di evitare i contatti con gli agenti denunciati. "Uno dei due detenuti che la scorsa notte si sono resi protagonisti dell'aggressione a sei poliziotti della Penitenziaria – dice Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, in un video postato su Youtube – ha colpito ancora: ha aggredito un altro agente che è stato soccorso con un'ambulanza. I poliziotti sono da soli ad affrontare queste emergenze e il ministro Bonafede è completamente assente".

Tensione tra le guardie penitenziarie

"I colleghi si rifiutano di andare a fare servizio… l'incriminazione principale è la presunta tortura… se sono indagati per tortura non possono entrare (durante la rivolta, ndr) altrimenti rischiano di aggravare la loro posizione a livello giudiziario", "stanotte sono stati torturati nostri colleghi, presi a sprangate e feriti con le lamette. I torturati siamo noi e non loro". Lo ha detto Vincenzo Palmieri, sindacalista dell'Osapp, davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove è in corso una rivolta. Decine di agenti, stamattina, dopo l'aggressione subita da alcuni colleghi stanotte, sono usciti dalla struttura detentiva in segno di protesta per le indagini che li riguardano attinenti i presunti pestaggio in cella dello scorso 6 aprile.

Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega, Gianpiero Zinzi, "In questo momento – scrive sul suo profilo Facebook – è in corso una rivolta all'interno del reparto Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dopo l'aggressione di ieri sera, un altro agente è stato ferito ed è stato trasportato in ospedale. Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede cosa aspetta a intervenire?".

La situazione all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere è diventata esplosiva due giorni fa, quando 57 agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale del Casertano sono stati indagati per presunte violenze e torture avvenute lo scorso 6 aprile: i carabinieri si sono presentati all'esterno del carcere per notificare gli avvisi di garanzia ai poliziotti, scatenando la loro protesta, nonché la gioia dei detenuti, che hanno festeggiato in cella. Le violenze sarebbero avvenute il 6 aprile, in seguito proprio ad un'altra rivolta: 150 detenuti hanno rubato le chiavi e occupato sei sezioni del carcere. La rivolta venne sedata soltanto a tarda notte: qualche giorno dopo, garanti dei detenuti e associazioni denunciarono le presunte violenze avvenute nella casa circondariale proprio in occasione della protesta.

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