Anniversario morte Silvia Ruotolo, domani la cerimonia in piazza Medaglie d’Oro
Domani, giovedì 11 giugno, ricorre il tredicesimo anniversario dall'omicidio di Silvia Ruotolo, vittima innocente di camorra. Per l'occasione, come ogni anno, si terrà una cerimonia pubblica alla quale parteciperà anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, assieme all'assessore Alessandra Clemente, figlia della stessa Silvia Ruotolo e nipote del giornalista e neo-senatore Sandro Ruotolo (cugino della donna). De Magistris porterà fiori sulla lapide posta nei giardini dedicati alla memoria della donna in piazza Medaglia d'Oro, in una cerimonia che si terrà alle 10 nel quartiere vomerese.
L'omicidio di Silvia Ruotolo avvenne il 11 giugno 1997, e fece scalpore soprattutto per la sua brutalità: la donna, 39 anni, stava tornando a casa percorrendo la Salita Arenella assieme al figlio Francesco, all'epoca di soli 5 anni, che era andata a prendere da scuola. Silvia Ruotolo era quasi giunta a casa, tanto che la figlia Alessandra, che aveva dieci anni, la osservava dal balcone. Improvvisamente, un commando camorristico mandato dal clan Alfano, fece irruzione sul posto: l'obiettivo era Salvatore Raimondi, affiliato al clan Cimmino rivale degli Alfano. Una pioggia di piombo si riversò sulla Salita Arenella: quaranta i proiettili esplosi.
Morì sul colpo Salvatore Raimondi (obiettivo del raid), mentre Luigi Filippini, considerato una figura emergente del clan, viene ferito di striscio. Ma i proiettili sono tanti e raggiungono un ragazzo di 20 anni, Riccardo Valle, studente universitario, e soprattutto Silvia Ruotolo: un colpo la raggiunge alla tempia, e per lei non c'è nulla da fare. Muore così, sulla Salita Arenella, davanti agli occhi del figlio Francesco ("Mamma caduta", dirà ad un carabiniere che arriva sul posto, mentre i passanti scappano all'impazzata), e dell'altra figlia, Alessandra, che dal balcone vede la madre morire in diretta. La giustizia ha poi condannato per la vicenda il boss Giovanni Alfano, Vincenzo Cacace, Mario Cerbone, Raffaele Rescigno, autista del commando, e Rosario Privato, il killer che venne catturato il 24 agosto successivo, mentre era in vacanza in Calabria e diventato successivamente pentito di camorra.