‘Antifa hier’, la risposta antifascista a ‘Juden hier’ al Vittorio Emanuele II di Napoli
Antifa hier, ovvero, qui c'è un antifascista. Sull'esempio del sindaco di Milano, Beppe Sala, anche gli studenti del liceo classico Vittorio Emanuele II di Napoli hanno voluto manifestare solidarietà per la vergognosa scritta tracciata a Mondovì, sulla porta di casa del figlio di Lidia Rolfi, partigiana antifascista finita nel lager di Ravensbruck: "Juden hier", qui ci sono ebrei. Oggi, nel Giorno della Memoria, a 75 anni esatti da quando le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz, gli studenti napoletani hanno affisso i cartelli davanti alla porta di tutte le aule e sui muri dell'istituto di piazza Dante, nel centro di Napoli.
"Un gesto simbolico – spiegano gli studenti in una nota – per ribadire il carattere antifascista della nostra scuola e per rilanciare un forte ed importante messaggio di ammonizione alla nostra società: nuove e vecchie forme striscianti di antisemitismo e intolleranza d’ogni tipo stanno ricominciando a diffondersi. Il Vittorio Emanuele, con tale gesto, ne prende apertamente consapevolezza e si pone in prima linea nella lotta contro la discriminazione e contro il rischio del riaffaccio di bui periodi storici che hanno portato a ledere la dignità altrui e ad instabilità sociale, politica ed economica. Noi, giovani d’oggi, a differenza di una parte consistente della classe dirigente e dell’opinione pubblica, non dimentichiamo".
Il primo cittadino di Milano, in risposta a quello comparso sulla casa della provincia di Cuneo, aveva replicato mettendo un altro cartello sulla porta della propria abitazione: Antifa hier, qui c'è un antifascista.