Appalti ai Casalesi, si costituisce il sindaco di Trentola Ducenta Michele Griffo
Si è costituito sabato 19 dicembre nel carcere di Santa Maria Capua Vetere Michele Griffo, sindaco di Trentola Ducenta, latitante da 10 giorni. Il primo cittadino del comune del Casertano era ricercato dallo scorso 10 dicembre. Griffo è destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo camorristico, truffa e abuso d’ufficio, aggravati dall’aver favorito il clan dei casalesi. Il sindaco si è consegnato nel tardo pomeriggio dopo 10 giorni di latitanza. Il mandato di cattura era stato spiccato nell'ambito dell'inchiesta riguardante appalti ottenuti in affidamento dalla fazione Zagaria del clan del comune e alcune convenzioni e licenze edilizie. Secondo le ipotesi dell'accusa, Griffo avrebbe esercitato le funzioni pubbliche per favorire aziende riconducibili al clan Zagaria in cambio di appoggio elettorale. A guidare il comune dell'hinterland casertano sarà ora viceprefetto Paola Berardinno, nel ruolo di commissario. I consiglieri di maggioranza si sono dimessi in blocco all'indomani degli arresti avvenuti nell'ambito dell'inchiesta Zenit che ha portato anche al sequestro del centro commerciale Jambo. L'indagine, condotta dalla Dda di Napoli ricostruisce come, negli anni in cui si consolidava l'egemonia del clan dei Casalesi nei comuni del casertano, fa la fazione Zagaria, guidata dal boss Michele, controllasse l'economia del territorio.
Il sequestro del centro commerciale Jambo
Nell'ambito della stessa inchiesta è stato anche disposto il sequestro del centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta, riconducibile, anch'esso agli affari della consorteria criminale. Alessandro Falco, titolare del centro commerciale Jambo è comparso ieri davanti al giudice Federica Colucci per l’interrogatorio di garanzia al quale ha assistito anche il pm Francesco Curcio della Direzione nazionale antimafia. L’imprenditore, costituitosi lo scorso 15 dicembre, dopo essersi sottratto al provvedimento di custodia, ha respinto le accuse e ha presentato la documentazione relativa al centro commerciale che, secondo la Dda, sarebbe riconducibile allo stesso Michele Zagaria.