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Appalti, eventi culturali e appalti: il sistema marcio che emerge dall’inchiesta The Queen

Dagli atti dell’inchiesta che ha portato in carcere decine di colletti bianchi indiziati di rapporti coi Casalesi e l’ex assessore regionale Sommese emerge un quadro devastante della gestione del denaro pubblico in Campania.
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Il potentissimo ex assessore regionale al Turismo Pasquale Sommese, politico sempre in bilico tra centrodestra e centrosinistra,  è considerato la mente politica delle operazioni illecite secondo i magistrati, mentre il braccio operativo sarebbe stato rappresentato dagli imprenditori Guglielmo La Regina e Mario Martinelli, quest’ultimo invece considerato braccio operativo del clan camorristico dei Casalesi.  quanto emerge dalle centinaia di pagine del fascicolo dell’inchiesta “The Queen”, che ieri ha portato in galera o agli arresti domiciliari decine di “colletti bianchi”, tra politici, dipendenti pubblici, imprenditori, tecnici.

Secondo la Procura della Repubblica di Napoli, Sommese disponeva i finanziamenti ai Comuni, La Regina e Martinelli corrompevano funzionari e commissari di gara per far assegnare i lavori a ditte compiacenti, trovando un’ampia rete di complicità. Ovviamente, poi, Sommese otteneva la sua parte e con lui anche il suo più stretto collaboratore: suo nipote Antonello.  Curiosità tra le tante che emergono dalla corposa ordinanza: l'allora assessore regionale chiese l’affidamento di un incarico da 70mila euro al massmediologo Klaus Davi  (non indagato) in cambio della concessione di fondi per un grande evento culturale, denominato “La terra delle acque” a Riardo, in provincia di Caserta. Il noto esperto di media  tuttavia quell’incarico non lo ha poi avuto, anche perché il festival non si è mai tenuto.

E ancora: l’ex consigliere regionale dell’Udc Angelo Consoli, non rieletto nel 2015, avrebbe ottenuto da Martinelli, in cambio di alcuni appalti pubblici per la sua ditta, il sostegno elettorale con centinaia di voti procurati, il pagamento delle spese per il suo comitato elettorale, almeno 5.000 euro in contanti e la nomina di un ingegnere all’interno di un progetto.

Anche il presidente della Fondazione Banco Napoli

Ai domiciliari è finito, tra gli altri, l’amministrativista Daniele Marrama, enfant prodige dell’università napoletana, accumulatore di incarichi di docenza e di nomine nel privato: la più importante è quella di presidente della Fondazione Banco di Napoli (ente che non è coinvolto nell'inchiesta): è accusato di aver dato una idonea veste giuridica agli atti di affidamento dei lavori per l’appalto denominato “Le porte dei parchi” nel Comune di Francolise sapendo in anticipo chi doveva vincere.  La soprintendente ai beni archeologici, culturali  e artistici della Campania Adele Campanelli è, invece, stata arrestata con l’accusa di aver rilasciato pareri tecnici favorevoli a lavori di costruzione di due nuovi padiglioni nella Mostra d’Oltremare in cambio di incarichi per persone da lei indicate.

Il giro di mazzette che emerge dall’indagine è impressionante: dalle 1.500 e passa pagine dell’inchiesta emergono non solo scambi favori, ma vorticosi giri di denaro. Sommese ed il nipote si sarebbero spartiti una tangente da 50mila euro pagata da una ditta vincitrice di un appalto a Riardo; un dirigente di Casoria avrebbe avuto la promessa dell’incredibile cifra di 220mila euro per la realizzazione di una struttura polifunzionale destinata a museo, che però non è mai stata costruita (ed il dirigente ha effettivamente messo in tasca solo 3mila euro); un funzionario regionale avrebbe chiesto ed ottenuto 10mila euro per dare garanzie che l’ente di Palazzo Santa Lucia concedesse effettivamente un finanziamento ad un Comune, e così via.

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