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Apre il museo del falso Made in Italy: “Due italiani su tre preoccupati da ciò che mangiano”

A Napoli, all’interno del Villaggio contadino sul lungomare Caracciolo, apre il più grande museo del falso Made in Italy. Per l’occasione la Coldiretti segnala che due italiani su tre sono preoccupati per la loro salute da ciò che mangiano.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’apertura del più grande museo del falso Made in Italy alimentare al Villaggio contadino della Coldiretti sul lungomare Caracciolo, a Napoli, è l’occasione per presentare una analisi condotta da Ixè dalla quale emerge che due italiani su tre (il 68%) sono preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute anche a causa del ripetersi degli scandali alimentari. Nell’analisi sono state riportate anche le più diffuse frodi a tavola che alimentano la criminalità e mettono a rischio la salute.

Quasi un italiano su tre (29%) ritiene che i casi di frode e contraffazione alimentare dovrebbero essere puniti con l'arresto, mentre la maggioranza dei cittadini (51%) chiede almeno la chiusura dell'attività. Una dimostrazione realizzata dalla Coldiretti con la collaborazione dell’Osservatorio Agromafie e delle forze dell’ordine ha mostrato come si tratti di una realtà complicata con vari tipi di contraffazione. Si va dalla semplice alterazione delle etichette alla adulterazione, come l’utilizzo di polvere di latte vietata per i formaggi o all’olio di semi trattato con clorofilla spacciato per extravergine, fino alla sofisticazione come l'uso di perossido di benzoile per sbiancare la mozzarella, di anidride solforosa per rendere più rossa la carne o del Cafodos utilizzato per far sembrare il pesce artificiosamente più fresco.

La Coldiretti consiglia di diffidare sempre dei prezzi troppi bassi su alcuni prodotti come l’olio extravergine che non dovrebbe mai costare meno di sette euro al litro, per essere certi di acquistare un prodotto realmente italiano. Secondo Coldiretti, l’ideale sarebbe rivolgersi ai produttori nelle fattorie o nei mercati contadini per poter avere direttamente a che fare con agricoltori e allevatori e poter verificare in azienda quali siano i processi produttivi.

Altro nodo critico è quello della ristorazione fuori dalla propria casa: un terzo dei consumi alimentari si concentra fuori casa e l’unica garanzia è la buona volontà dei ristoratori. Non esiste infatti nessuna garanzia per i clienti sulla reale provenienza di pesce e carne, ma anche del formaggio, con la diffusione, per esempio, di imitazioni straniere del parmigiano o del grana padano.

“Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata al ministro della Giustizia Andrea Orlando dalla Commissione per l'elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare”.

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