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Arenella, chiude l’asilo delle suore. La rabbia dei genitori: “Assurdo”

Chiude i battenti l’asilo delle suore del quartiere Arenella di Napoli. La decisione comunicata ai genitori con una lettera, consegnata nelle mani dei bambini: “Chiudiamo, costi troppo pesanti”. Si scatena la protesta delle famiglie: “Assurdo, vogliamo vederci chiaro”.
A cura di Angela Marino
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«Con profondo rammarico vi comunichiamo che la Congregazione ha deciso di chiudere, in via definitiva, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria di Napoli Arenella, entro il mese di giugno 2015». Con queste parole la direzione dell’istituto suore domenicane di via Enrico Presutti 18 comunica – a non meno di 150 famiglie – la chiusura del plesso scolastico del quartiere Arenella. Solo poche righe nella lettera consegnata nelle mani dei bambini per comunicare senza alcun preavviso la cessazione dell'attività didattica. Non hanno reagito bene i genitori che annunciano battaglia per la decisione repentina comunicata dalla priora provinciale. La chiusura, recita la missiva "si è resa necessaria a seguito del progressivo venir meno della presenza delle religiose e della insostenibilità dei sempre maggiori oneri economici. Vi ringraziamo del cammino percorso insieme – conclude –  e confidiamo nella vostra comprensione".

 I genitori: "Temiamo si tratti di una speculazione"

Non la comprensione, ma la rabbia delle famiglie è scaturita dopo la comunicazione. Circa un centinaio di genitori hanno deciso di costituirsi in un comitato mentre alcune famiglie hanno chiesto l'assistenza di studi legali per ottenere il risarcimento per danni morali. Una delle mamme, invece, Marcella Martone, si è rivolta al sindaco di Napoli Luigi de Magistris per chiedere "sostegno e vicinanza". "Non ci abbandoni – scrive nella lettera indirizzata al primo cittadino – ci aiuti a fare luce su questa brutta storia e trovare una soluzione alternativa non traumatica per i nostri piccoli e per le tante persone che adesso si troveranno senza lavoro".
Ma il timore, per i genitori, è che dietro ci sia una speculazione. "Mio figlio – racconta la Martone a  Il Mattino – come tutti gli altri sarà sfrattato dall'istituto che ci ha comunicato la cessazione di ogni attività  didattica in via definitiva con una letterina infilata, durante l'orario scolastico, nello zainetto dei nostri figli. La notizia della chiusura della scuola è davvero assurda – si sfoga – imposta senza coinvolgimento della comunità genitoriale e arriva solo ora che siamo vicini al periodo di pre-iscrizione scolastica. Mi sento ingannata e raggirata anche perché proprio due anni fa si era scoperto che l'istituto aveva venduto una piccola ala dell'edificio ospitante la scuola materna. Proprio in quell'occasione io e mio marito riuscimmo ad ottenere la conferma di una continuità didattica. Siamo quasi certi – conclude – che il fabbricato sia stato venduto per edificare degli appartamenti ad uso abitativo, così come avvenuto in passato".

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